BURDISSO, Álvarez al top. Nico-Quarta a lungo? Dura
Fonte: La Naciòn
Lunga intervista ai microfoni de La Nación, quotidiano argentino, del direttore tecnico della Fiorentina Nicolas Burdisso. Questi i concetti più interessanti espressi dal dirigente viola, che di recente è stato in America per una missione esplorativa: “Il calciatore argentino ha molto da imparare quando arriva in Europa. Impara che, all'inizio, forse, non giocherà. De Paul o Lautaro sono solo un paio di esempi. Perché non vediamo più gli argentini andare dritti all'élite? L’unico forse è Julián Álvarez, vedremo. Da due o tre anni è ormai nell'elite del calcio sudamericano, è nel pieno della sua maturità: siamo in presenza di un profilo giocatore formato e pronto per un livello diverso dalla media dei giocatori argentini. La mia nuova carriera da Dt? La Fiorentina mi ha chiamato per una certa credibilità che mi sono guadagnato in tutti i miei anni, giocando e stando fuori dal campo. Questo lavoro è meritocratico, vieni valutato per la redditività.
Prosegue poi Burdisso: "I tanti argentini passati da Firenze? Ho notato che c’è una grande sintonia tra il popolo fiorentino e il carattere degli argentini. Quando ero un avversario non lo vedevo, ora lo vedo. C'è una sorta di simbiosi. Con chi avrei voluto giocare degli argentini viola? Dico cinque nomi: Batistuta al primo posto e poi Passarella al secondo Terzo Bertoni, ovviamente. E aggiungo Gonzalo Rodríguez, che è stato lì a lungo, è stato capitano di un periodo molto positivo. E il quinto spero che sia il nostro Nico González o "Chino" Martínez Quarta. Entrambi hanno un grande potenziale per portare la squadra in alto ma il problema è che non sappiamo per quanto tempo potremo tenerli a Firenze. Purtroppo. Se ho partecipato all’acquisto di Nico Gonzalez? Quando sono arrivato in Fiorentina lo stavano già trattando e ho offerto il mio pieno appoggio all'operazione. "Volete la mia opinione?" Ho chiesto. "Dobbiamo farlo ora", ho risposto. Sebbene non fossi ancora stato introdotto nella carica di dt, se avessi detto diversamente, il passaggio non sarebbe stato fatto”.