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CASTROVILLI, Con Italiano c'è una concorrenza sana

di Redazione FV

Il centrocampista della Fiorentina, Gaetano Castrovilli, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club: “La fiducia aiuta tanto, se uno viene da un periodo un po’ sfortunato sentire la fiducia di tutti fa soltanto bene”.

Col Verona si è vista la sua voglia di segnare…
“Non tanto di segnare quanto di dare il mio contributo alla squadra”.

Non ci sono titolatissimi: è uno stimolo in più?
“Fa soltanto bene alla squadra, perché è una concorrenza sana”.

La motivazione cresce in ogni singolo, no?
“Sì, ognuno cerca di dare di più dell’altro e la squadra di conseguenza si allena benissimo”.

Il gol ha sbloccato la stagione?
“Sì in quel momento ho sentito tanto la fiducia del mister e dei compagni. Prima di entrare si è avvicinato Dusan e mi ha motivato, così ho dato tutto me stesso”.

Entrare in corsa non è mai facile, vero?
“Soprattutto quando fa freddo (ride, ndr). Anche perché bisogna dare risposte al mister, sono occasioni da sfruttare”.

Le mancava quella scintilla per dare il 100%
“Certo, secondo me c’è stata questa scintilla e ora bisogna solo continuare così”.

Cosa ci può dire di Minervino Murge?
“È il mio paesino, ho cominciato a giocare lì a calcio con gli amici, per strada. Quando posso, vado. I miei non vedono l’ora di salire ogni volta… Quando ero piccolo la cosa più importante era la spensieratezza di uscire la mattina e rientrare a casa la sera tardi”.

Suo zio la accompagnava alla scuola calcio?
“Sì, mi hanno iscritto dopo la morte di mio nonno”.

Quanto pesa la maglia numero dieci?
“Vestire la maglia viola intanto è importante, la dieci poi… Ha fatto la storia qui. Cercherò di onorarla. Con l’arrivo di mister Italiano siamo cambiati, e questo lo merita la città e anche la società”.

Cosa viene prima nella sua vita?
“Prima Rachele… (sorride, ndr). Ma il calcio è la mia vita, altrimenti non avrei fatto questo lavoro”.

Quanto è stato emozionante vincere l’Europeo?
“Una esperienza bellissima una emozione incredibile, mi ha fatto crescere molto perché anche non giocando sono stato in un gruppo bellissimo. Con la forza del gruppo si può vincere tutto. In questo periodo del Covid, l’Italia se lo meritava”.

Cosa si porta da quell’Europeo?
“Credere nei propri mezzi, nel gruppo e nei compagni. Anche chi non giocava, andava a duemila. E questo mi ha fatto soltanto bene”.

Preferisce segnare da fuori o con tanti dribbling?
“Mi piacciono di più i dribbling”.

Cosa la motiva di più nella vita calcistica?
“La prima cosa è la famiglia, gli devo tanto. La prima cosa che faccio quando entro in campo è salutare mio nonno. Guardo in cielo”.

Quanto è cambiato il livello di difficoltà con Italiano?
“C’è questa competizione sana che ci fa tanto bene. Faccio i complimenti al mister, ma non voglio fare il lecchino (ride, ndr).

Qual è il suo punto debole nel calcio?
“Quando mi trovo spalle all’avversario e mi devo girare, quindi devo preparami prima col corpo”.

Come si sono inseriti i nuovi?
“Molto bene e molto velocemente, si sono integrati da subito, questo grazie anche a noi che siamo un bel gruppo. Ci daranno una grossa mano perché sono giocatori veramente forti”.

Con chi ha legato di più in squadra?
“Con tutti, in particolare di solito stiamo dietro sul pullman io, Biraghi e Venuti. Venuti lo chiamo Pikachu, perché sono già due trasferte che mi porto dietro la Nintendo Switch e gioco ai Pokemon, quindi lo prendo in giro (ride, ndr)”.

Ora c’è da affrontare il Cagliari.
“Serve umiltà, possiamo fare grandi cose ma sempre con umiltà. Il mister oltre agli allenamenti sul campo ci allena anche mentalmente”.

Come vede il suo futuro?
“Ora non ci penso, penso solo al presente”.