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CECCHI (COLL. INZAGHI), Caicedo non è Vlahovic

di Redazione FV

Mario Cecchi, collaboratore tecnico di Simone Inzaghi alla Lazio, è intervenuto a Zona Mista su RTV38: "Ho fatto tanti anni in Toscana, da Castellina a Castelnuovo, ma anche Rimini, e poi Pontedera... Da giocatore ho fatta tanta Serie C, e sono rimasto famoso soprattutto perché nel '93 riuscimmo a battere la Nazionale italiana. Smesso di giocare ho fatto 10 anni di settore giovanile a Empoli, con loro sono cresciuto molto: con i giovani non bisogna avere fretta di dare giudizi, si rischia di sbagliare. Ne ho allenati tanti a Empoli che sono arrivati anche se non credevo, e viceversa: un esempio che calza con la Fiorentina è Chiesa, che ha l'età di mio figlio. Una mattina vennero i ragazzi viola a giocare a Limite, e suo babbo allenava la Primavera della Samp: mai mi sarei immaginato che suo figlio sarebbe potuto diventare com'è oggi, visto che ancora era esile e senza struttura".

Un giudizio su Vlahovic?
"Potrebbe diventare un grande attaccante perché ha struttura ed è bravo a giocare per la squadra, sa venire incontro e attaccare la profondità. Deve crescere, bisogna aspettarlo ma ha le carte in regola per essere un top. Tocca anche a lui, non solo dagli altri: dovrà avere le spalle larghe per reggere le pressioni che arrivano da una piazza come Firenze".

Che caratteristiche ha Caicedo?
"Giocatore già affermato, che ormai ha esperienza europea, in Nazionale: non puoi metterlo a paragone con Vlahovic perché uno ha più di trent'anni, l'altro venti. Vedo Vlahovic come uno che ancora deve capire per bene come muoversi, a volte fa persino troppa fatica".

Vlahovic dovrebbe imparare da Immobile?
"Ciro ci ha abituati a segnare in tutte le maniere, ultimamente anche di testa. Sente il gol in tutte le maniere, e tutti i suoi movimenti sono finalizzati a farli. Un centravanti che non può essere messo in discussione".

Come avete costruito questa Lazio in 5 anni?
"Un percorso lungo, nei primi anni avevamo poi Keita e Felipe Anderson, quindi partimmo con un 4-3-3 prima di passare al 3-5-2 un paio d'anni dopo. Era a Napoli, e in quel momento lì dovevamo passare ad un modulo diverso per occupare gli spazi. Sono tre anni che facciamo questo modulo, ormai".

Più indicativo lo 0-3 di Torino o lo 0-0 di ieri per la Fiorentina?
"Non ci focalizziamo mai su una sola partita, cerchiamo sempre di capire quali sono le qualità delle avversarie così da indirizzare gli allenamenti".

L'assenza di pubblico spiega anche il vostro andamento?
"I dati sono chiari, siamo indietro in classifica e ci sta mancando qualcosa: lo sappiamo anche noi. Principalmente ci sono stati i casi Covid a mettere qualche giocatore in ritardo di condizione. Abbiamo fatto una buona Champions, ma in questi due mesi prima del Bayern serve riconquistare un po' di punti. In casa stiamo facendo fatica, avendo lo stadio con 50-60mila persone era diventato difficile portare via punti. L'assenza di pubblico sicuramente incide".

Sorpreso di vedere così in basso la Fiorentina?
"Purtroppo il calcio in Italia è difficile, sono partiti con Iachini e hanno avuto qualche problema, ora c'è Prandelli ma serve tempo. Coi giocatori che ha, mi aspettavo qualcosina in più dalla Fiorentina. Prandelli sta facendo un buon lavoro, ma come tutti deve avere il tempo di conoscere bene chi ha e amalgamarli".

Chi le piace di più della Fiorentina?
"Se ci penso, mi viene in mente che mercoledì sarà difficile. A centrocampo sono tanti e tutti bravi".