COMMISSO, MI STO DIVERTENDO "ASSAI". IO COME CECCHI GORI? VEDREMO. RICAVI DA MEDIACOM...
Fonte: Radio Bruno Toscana
Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso si è così raccontato: "Non so neanche se me la ricordo (ride, ndr)... Siamo stati al centro sportivo, ho mangiato assieme alla squadra e poi abbiamo visto Dalbert. Il giocatore? Non so, il problema è solo di Pradè, Barone e Montella: sono loro i responsabili. Ho dato a loro mano libera, mi hanno detto certi nomi che non mi piacevano nemmeno ma li ho lasciati stare. Il sindaco? Ancora non abbiamo deciso nulla, però l'intenzione c'è. Fast, fast, fast: io non aspetto dieci anni. Noi che mettiamo i soldi dobbiamo avere il controllo di quello di cui si parla e ovviamente i soldi devono essere giusti. Non possiamo fare ciò che ha fatto il Tottenham, perché per ogni investimento servono i ricavi. Il jet lag? Ci metto un giorno a superarlo, ormai sono abituato. Solo il primo giorno che sono venuto qui sono stato tantissime ore in piedi. Quanto mi sto divertendo? Assai! E' un lavoro di passione, quello che dico a tutti, quando mi prendono in giro che non sono ancora andato in pensione, è che a me piace lavorare e contribuire. Questo è il periodo in cui voglio restituire ciò che il calcio ha dato a me, fin da quando ero bambino e non avevo soldi: la borsa di studio che ho avuto tramite il calcio è stata importantissima.
Com'ero da bambino? Io suonavo la fisarmonica, ma mi cacciarono dall'asilo perché per scommessa alzai la gonna di una maestra. La famiglia? Mia madre, quando mio fratello maggiore se n'è andato, ha aspettato quattro anni e poi ce ne siamo andati tutti in Pennsylvania. Quando mio fratello mi fece cominciare a lavorare, prima e dopo la scuola, mi "calmai" come persona. Da piccolo giocavo a calcio? Sì, mi piaceva fare il portiere perché da giovane ero un po' matto e mi buttavo: mi volevano tutti... Mio padre? Era andato in America per lavorare, poi ci fu la depressione del '29 e torno in Italia per dirigersi in Africa, ma fu fatto prigioniero di guerra dagli inglesi. E' scomparso il giorno in cui ho preso il lavoro. Mi diceva sempre che non dovevo lavorare facendo le pizze, per questo voleva che frequentassi la scuola. Mia madre invece se n'è andata un anno fa, a 97 anni. Mia moglie? Lei lavora nell'amministrazione di Mediacom, ed io ho il potere di convincerla nelle decisioni. Se Mediacom è "nata" in un garage? E' vero, bisogna avere la convinzione che quello che si fa è giusto, come con la Fiorentina.
Quando ho capito di avercela fatta? Mai, la paura di sbagliare c'è sempre. Quando ho lasciato gli studi sapevo che mi avrebbe dato grosse possibilità, cosa che però non accade sempre e a tutti: mi è servito il duro lavoro. Come ora con la Fiorentina, io non sono qui per fare male bensì per vincere. Cecchi Gori? Lui ha fatto successo, io ancora no (ride, ndr). Vediamo se sarò come lui... I tifosi? Senza di loro non si va da nessuna parte, loro sono nella parte più in alto della piramide. Joe Barone? L'ho incontrato quando qualche anno fa fecero una festa in mio onore per ciò che avevo dato al calcio statunitense. Lui lavorava nei New York Cosmos, poi l'ho preso con me. La squadra? Non si può fare bene senza buoni giocatori, ma sono altrettanto importanti anche i ricavi. Gli incassi da Mediacom? Sono multipli di cinque: più di uno e meno di sei... Fate voi il conto! Il giro di campo al Franchi? Tremavo! Però i tifosi devono venire allo stadio con calma, senza razzismo, anche perché non è solo uno sport di adulti maschi ma di famiglie. E' giusto che le persone siano sicure che non succeda niente. Genova? So tutto, so che è passato un anno dalla tragedia del ponte. E la gente di lì ne ha passate tante...
Mihajlovic? Mi ha commosso. Uno come lui arriva ogni 100 anni, gli auguro di guarire il prima possibile. Mia moglie? E' con me da 47 anni, è sempre stata importantissima e si è sacrificato seguendomi nel lavoro. Promesse? L'unica che ho fatto è quella su Chiesa, e l'ho mantenuta. Resterà almeno un anno. Il rinnovo? Non sappiamo niente... De Paul? Non posso dire niente perché il mercato non è finito. Può essere un bell'acquisto per la Fiorentina. Centro Sportivo? Credevo che qualche idea fosse già stata studiata con piani, progetti... Ma voglio comunque ringraziare il Comune per come mi hanno accolto, ognuno deve fare il proprio lavoro ma siamo lo stesso team. Come scelgo i miei impiegati? Guardo alla loro storia, il cuore. Sono assai istintivo, mi piace dare opportunità a gente che non conosco. Do sempre una seconda possibilità, ma non accetto pigrizia, discriminazione, falsità. Montella? Non lo conoscevo ma ho sempre avuto la sensazione che sarebbe rimasto. Pradè? Con lui c'è stato feeling fin da subito. Batistuta? E' venuto a vedermi, poi è dovuto tornare in Argentina per i suoi problemi alle gambe. Io non ero così sicuro che volesse tornare alla Fiorentina. Diritti tv? Io sono qui per aiutare, e la Fiorentina deve essere rispettata come qualsiasi altra squadra. Altrimenti... parlerò più forte!".