COMMISSO, Pure oggi mi hanno offeso. Tifosi con me
Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha deciso, dopo la conferenza stampa andata in scena ieri, di replicare attraverso i canali ufficiali del club agli articoli pubblicati dai quotidiani odierni: "Iachini stamani mi ha ringraziato, ma devo essere io a farlo per averci portato a questo punto alla fine della stagione. E voglio anche ringraziare i nostri collaboratori e dipendenti, sono tutti orgogliosi di quello che ho fatto ieri. Anche i tifosi mi hanno mandato tanti messaggi, il nome di Rocco è stato il più twittato ieri in Italia. I tifosi, che capiscono più di tutti il lavoro fatto nonostante i risultati, sono con me in questo richiamo ai giornalisti, liberi di criticare ma non di offendere. Adesso devo tornare a casa, mia moglie vuole così.
Per me la conferenza di ieri era finita, non mi aspettavo che la casta dei giornalisti rispondesse, come il presidente dell'AST che in un comunicato mi ha detto che non posso rispondere alle critiche. Ma quando ci sono bugie, offese alla mia famiglia e al mio nome, non ci sto. Ho il diritto di difendermi come loro di criticare. Il presidente dell'AST ha detto che non ha mai sentito nessuno offendermi a Firenze: ma non ha mai sentito il nome di Rocco Benito, o dello Zio d'America? Come può rappresentare i giornalisti? Ieri non l'ho lasciato parlare, perché quando si offende mio padre mi arrabbio a non finire e non lo lascio passare. Mio padre è stato un eroe italiano, prigioniero di guerra. Qui si critica sul personale.
Oggi La Gazzetta dello Sport mi ha chiamato "Gangster americano", oppure "Don Rocco" parlando del padrino. Nessuno ha mai messo in evidenza ciò che ho fatto in America, combattendo gli stereotipi degli italiani emigrati come dei mafiosi. Anche negli USA leggono quel giornale ed è umiliante: un italiano non scrive queste porcherie nel primo giornale sportivo in Italia. Il Napoli? Sono rimasto fin qui perché non ho preso bene il 6-0 dell'andata, i ragazzi mi devono promettere di dare il massimo per rendere orgogliosi i tifosi: giocano per loro, non per il giornalisti. Speriamo di fare una belle partita".