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COPPA ITALIA, Lazio mata il Toro e vola in semifinale

di Redazione FV
Fonte: lalaziosiamonoi.it

L'appuntamento è di quelli che contano, di quelli da non sbagliare. In ballo c'era una qualificazione e la Lazio risponde presente. Studia il Toro, lo subisce poi lo ingabbia e stacca il biglietto per la semifinale. Una gara da cardiopalma, una qualificazione da Lazio verrebbe da dire. Una squadra, quella di Delio Rossi, che si presenta in uno stadio semivuoto, ma caldo come una 'Bombonera', con due cuori e due anime. Quella del primo tempo infatti è una formazione arrendevole, che lascia campo libero al Toro, ma nei secondi quarantacinque minuti i biancocelesti cambiano pelle e sbancano l'Olimpico con l'autorevolezza che sa di grande. Parte bene la Lazio che al 5' ingrana la marcia con Pasquale Foggia. Il folletto napoletano sguscia via lungo l'out di destra e si inserisce tra Ogbonna e Calderoni che rischiano il pasticcio. Foggia resiste alla carica e indirizza in porta, ma la palla finisce in angolo. Novellino alla coppa ci tiene e a discapito di chi pensava il contrario, schiera un Toro a trazione anteriore con Bianchi e Rosina in attacco e Corini e Dzemail a disegnare geometrie a centrocampo. La posta in palio è la semifinale e il Toro è pronto a vender cara la pelle. Al 27' però sono sempre i padroni di casa che si spingono in avanti con Kolarov. Il serbo da sinistra scodella in mezzo un pallone invitante per Mauri. Troppo facile far gol per il centrocampista brianzolo, che a tu per tu con Calderoni invece si lascia ipnotizzare consegnando la sfera tra le braccia del portiere granata. È una Lazio imballata e timorosa, preoccupata dalla logica del dentro o fuori a tal punto da farsi colpire a sorpresa dagli ospiti. Novellino urla grinta dalla panchina ai suoi e il Torino risponde da par suo sul campo. Rosina si ricorda di essere il faro di questa squadra e con la fascia di capitano al braccio entra in area laziale illuminando la manovra del Toro. Al 29' infatti con un cross da destra il numero dieci granata taglia l'area biancoceleste in due. Muslera smanaccia favorendo Natali che deposita in rete. È l'1-0 del Torino. È duro, pesante e travolgente il vantaggio degli ospiti, tanto da togliere respiro alla Lazio e disorientare del tutto la squadra di Rossi. Troppo prevedibile la Lazio, lascia spazio al Torino che incalza con pressing e contropiede. La compagine biancoceleste è l'ombra di se stessa, assolutamente lontana parente di quell'ultima Lazio che tra Palermo, Reggio e Juventus aveva dispensato tanto gioco e qualità. Tanti gli innesti di inseriti in campo dal tecnico romagnolo per dar respiro ai soliti titolari. Le seconde linee però non convincono e nella rigida serata di coppa anche i soliti 'big' sembrano aver perso il lume della ragione. Pasquale Foggia preferito a Pandev infatti si gioca la sua chance, steccando clamorosamente e vaando senza meta alla disperata ricerca di se stesso. La Lazio è lenta e macchinosa. Ledesma lascia campo agli avversari e davanti Zàrate e Rocchi non hanno lo sprint di sempre. I fischi dello stadio così calano il sipario sul primo tempo laziale assurdo quanto deludente. Rossi striglia i suoi negli spogliatoi e manda in campo una nuova Lazio.Il secondo tempo sembra danzare sulle stesse note del primo almeno all'inizio. Pronti via il Toro infatti ha subito la palla del KO a disposizione, ma la sciupa banalmente. Rosina da calcio d'angolo pennella per Natali in area, che complice una disattenzione di Cribari trova il tempo giusto per incornare verso Muslera. La palla però esce di pochissimo. Ma il secondo atto del quarto di finale all'Olimpico fra Lazio e Tornino nasce sotto il segno di una coppia d'applausi, quella composta da Mauri e Pandev. La strana accoppiata battezzata come vincente da una notte magica dai due volti completamente opposti prende per mano la squadra e piega il Toro. È il solito light motiv di un campionato a cui la Lazio ci ha abituato da inizio anno, male per quarantacinque minuti, bene nel resto della gara. Il macedone ha la carica giusta per rivoluzionare la Lazio e Rossi lo sa. Il tecnico biancoceleste lo spedisce nella mischia al posto di un deludente Foggia e Pandev non delude. Al 4'infatti il talento di Strumica accende la Lazio e pareggia i conti. Stefano Mauri lotta a centrocampo con una grinta mai vista e disegna un assist perfetto per il compagno macedone. Pandev ringrazia e spedisce in rete. Ma l'1-1 è solo l'inizio di una torcida biancoceleste che a ritmi indiavolati chiude i granata nella loro area di rigore. Passano sei minuti infatti e la Lazio raddoppia. Il gol è da cineteca. Di quelli da rivedere sul replay per gustarne la splendida fattura. La distanza è proibitiva, per molti, ma non per tutti e Mauri dai venticinque metri azzecca una splendida giocata. Potenza e precisione sono una miscela esplosiva che beffa Calderoni e premia la Lazio. Attacca la squadra del professor Rossi che ora stringe a se la qualificazione e mette alle corde il Torino. I pali di Mauri e Dabo consacrano il successo, mentre il miracolo di Muslera su Rosina impreziosisce la vittoria dei biancocelesti. Ma il 2-1 alla Lazio non basta e allo scadere anche Rocchi dice la sua. Il capitano infatti, chiude i conti al 90' fra cori e applausi della Nord. Mette il terzo sigillo alla qualificazione Tommy gol e rispedisce il Toro a casa. Fa tutto Pandev che da solo elude mezza difesa. Il capitano biancoceleste poi si ritrova il pallone fra i piedi e dal limite dell'area colpisce e insacca alla sinistra di Calderoni. Passa la Lazio che vola in semifinale, senza Zàrate squalificato, ma con una grinta e una fame di calcio che fa ben sperare. Bene così Lazio.