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CT UNGHERIA, Mi chiesero di pagare per allenare. Ora...

di Redazione FV

Marco Rossi, commissario tecnico dell'Ungheria, all'indomani del pareggio con la Germania e dell'eliminazione da Euro2020 è intervenuto al microfono di Radio Kiss Kiss Napoli: "Avessi potato contare su Szoboszlai sicuramente avremmo avuto una cifra tecnica superiore in mezzo al campo, ma nel calcio non c'è mai la controprova. Quello che possiamo dire è che io e tutto lo staff avremmo voluto un calcio più aggressivo e offensivo, ma quando ti trovi di fronte a corazzate come quelle affrontare da noi all'Europeo, Portogallo, Francia e Germania, bisogna anche leggere le partite. Il copione tattico è stato lo stesso in queste tre gare. C'è rammarico solo perché a tratti ci siamo difesi troppo bassi".

Le chiesero un pagamento per allenare in Italia?
"Io non stavo lavorando. Era un periodo in cui io ero senza squadra, da gennaio 2011 a febbraio 2012, e alcuni intermediari mi offrirono di lavorare in cambio di un pagamento. Io non ho mai guadagnato cifre iperboliche, perché nel calcio i soldi non vengono regalati, per cui non potevo permettermi di pagare per fare l'allenatore. Stavo pensando dunque ad un lavoro alternativo, poi c'è stato quel viaggio a Budapest ed è nata quest'avventura".

Le piacerebbe tornare ad allenare in Italia?
"Sto benissimo in Ungheria. Al di là del fatto che alleni la nazionale, che ha per me una valenza del tutto particolare, in questo Paese mi sento del tutto apprezzato come professionista, quasi amato dalla stragrande maggioranza dei tifosi. E questa cosa non l'ho mai riscontrata prima. Qui lavoro con tutto me stesso".