DDV, Già investiti 200 mln di euro
Fonte: Candido Cannavò - La Gazzetta dello Sport
Se si fondasse un partito dell'Italia che non si piange addosso, Diego Della Valle potrebbe candidarsi a guidarlo, insieme con altra gente d'impresa che riesce a trovare l'aspetto buono anche nelle stagioni della crisi. Le sue aziende volano sulla spinta dell'alta qualità che è stata una scelta ideologica ed è in realtà la «via italiana» nella giungla dei grandi mercati.
Diego si trova a Capri dove sta estorcendo qualche giorno di vacanza al suo vivere tra aerei, meeting d'affari, missioni diplomatiche e consigli di amministrazione. Sono curioso di sapere come s'inquadri la Fiorentina nel vorticoso schema filosofico-imprenditoriale. Svago liberatorio, pedaggio a un rimorso da ricchezza, tentazione irresistibile, o forse un cosciente amore peccaminoso?
Della Valle semplifica: «Cominciò con un gesto di soccorso: raccogliemmo da terra un patrimonio disperso. La Fiorentina era a pezzi, in serie C. Ma insieme con il salvataggio nacque un programma: creare un club e un ambiente nei quali non si parli solo di calcio, introdurre modelli di vita sociale nella passione e nel divertimento. Ecco il piacere.
Il pallone è un volano poderoso per i giovani: sfruttiamolo dalla parte giusta. La squadra è simpatica, l'ambiente ha una serenità motivata, abbiamo lanciato il fair play, ora diamo vita a una Fondazione che mira ad aiutare le aree di disagio del nostro territorio: bambini, anziani, disabili.
Verrà Platini per l'inaugurazione: FiorentinaBarcellona, in onore di Artemio Franchi. Tutto per solidarietà, nessuno prenderà una lira».
Diego s'infervora su questo fronte e mi tocca ricordargli che la Fiorentina di Prandelli e Mutu è in Champions League. «Certo, un grandissimo traguardo, anzi un prodigio se penso alla vicenda dolorosa che abbiamo dovuto subire, senza colpa.
Ora mi incanta l'idea di una Fiorentina secondo amore di tutti i cuori calcistici italiani: una signora Simpatia. Prandelli lavora per i risultati, ma è felice di questa idea».
Noto comunque che in questo quadro idilliaco c'è un investimento stagionale che arriva ai 50 milioni. Della Valle ammette: «Se è per questo, siano già arrivati a duecento complessivamente».
Il tono è quello di chi confessa, ma pensa che i soldi siano stati spesi bene. Poi Diego si prodiga a lodare suo fratello Andrea, anima della società, il mitico Pantaleo Corvino esploratore di tutti i mercati e due importanti personaggi che non si vedono mai, ma guai se non ci fossero: Mencucci e Cognigni. Esponiamoli all'aria per un giorno, altrimenti appassiscono.