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DDV, Il suo j'accuse divide il mondo politico

di Redazione FV
Fonte: Il Tempo

"Politici, ora basta". L'urlo di Diego Della Valle si fa sentire e soprattutto vedere a caratteri cubitali, sulle pagine dei principali giornali italiani. E il j'accuse contro il mondo politico contenuto nell'avviso a pagamento pubblicato oggi a tutta pagina da diverse testate scatena un putiferio politico. Il Pdl non la prende affatto bene e dal Pd Rosy Bindi pretende "rispetto". Reagiscono molto meglio Maroni e Casini. E Luca Cordero di Montezemolo non può non aver apprezzato dal momento, si ricorda in ambienti politici, che Italia Futura, l'associazione che fa capo al presidente della Ferrari, ha ultimamente sostenuto le posizioni poi espresse dal patron della Tod's. 


PROFUMO: SOCIETÀ CIVILE NON È MIGLIORE Anche dal mondo imprenditoriale la sortita a mezzo stampa contro la politica viene criticata. "Non è tempo di proclami, di critiche o proposte generiche - dice il presidente di Fiat John Elkann - Ci vuole il senso di responsabilità indicato dal presidente Napolitano". Lapidario l'ex ad di Unicredit Profumo: "L'idea che la società civile sia così meglio della classe politica è proprio sbagliata". Profumo si dice convinto che quello del patron della Tod's non sia "un gesto molto apprezzato". E in effetti le critiche arrivano anche dal fronte sindacale, per bocca di Susanna Camusso: "Bisogna stare attenti a scagliare la prima pietra".


BINDI MOSTRA LE SUE TOD'S Velenosa Rosy Bindi. La presidente del Pd non gradisce che Della Valle abbia gettato in un unico calderone, tra le righe della sua invettiva, tutti i partiti. E, mostrando le sue scarpe Tod's, scherza: "Mi rispetti almeno come consumatore". Poi, dal palco della convention dei suoi "Democratici davvero", rincara la dose: "Si può chiedere a Della Valle se tra i pochi politici bravi è ancora convinto che ci sia Mastella, visto che è stato suo sostenitore...".


IL PDL SPARA A ZERO Il Pdl esprime a più voci il suo dissenso per la lettera dell'imprenditore. Fabrizio Cicchitto somma questa iniziativa allo "sdegnoso rifiuto" dei giovani industriali di ospitare politici alla loro convention e afferma che c'è "un disegno di spazzar via le attuali forze politiche, di centrodestra e centrosinistra, in nome non si sa bene cosa". E Ignazio La Russa attacca: "Fa inserzioni perché quando parla senza pagare non lo ascolta nessuno". Ma dal partito di Berlusconi Roberto Formigoni avverte i colleghi: "Non possiamo dire che le critiche vengono da gente di sinistra". Della Valle "va letto con attenzione", dice Beppe Pisanu. Ancor più attento si mostra il leghista Roberto Maroni: le parole di Della Valle sono "almeno parzialmente condivisibili" e "siccome non fanno di tutta l'erba un fascio, sono da tenere in considerazione". Anche se, avverte il collega "bossiano" Marco Reguzzoni, bisogna guardarsi da chi cerca di promuovere "operazioni gattopardesche, per cambiare tutto senza che cambi niente". Il vicepresidente dei deputati pidiellini Massimo Corsaro ricorda come il Della Valle che oggi firma l'appello "Politici ora basta" sia lo stesso che, in realtà usufruendo di una norma varata dal governo Berlusconi nel 2009, "ha scudato 107 miliardi di euro riversandone meno di 5 nei capitali di quelle aziende per le quali si chiede quotidianamente un aiuto alle banche, allo Stato ed all'Ue". Dunque, rileva Corsaro, "il senso di responsabilità deve essere acquisito da tutti i protagonisti del dibattito pubblico".


DI PIETRO: APPLAUSI DEL GIORNO DOPO "Siamo stufi dei signori che applaudono il giorno dopo", afferma Antonio Di Pietro, che dice di non aver visto Della Valle o Montezemolo ai banchetti referendari.  "I signori Della Valle e Montezemolo? Io dico, sporcatevi le mani pure voi, non dite solo che non va bene niente. Parlare sempre il giorno dopo e salire sul carro è facile. Volete cambiare la classe politica ma poi al momento di cambiarla, non ci siete", ha detto il leader dell'Idv dal palco della manifestazione di Sel a piazza Navona. Ma Pier Ferdinando Casini non è d'accordo e plaude al patron di Tod's: "la buona politica e la buona imprenditoria vengono chiamati ad atti di corresponsabilità per il Paese, perché così si va a fondo". E "con una certa presunzione", Casini colloca la sua Udc nella schiera della buona politica.