DDV, Non commento la risposta di Moratti
Fonte: TuttoSport
Soddisfazione per la disponibilità manifestata dal presidente federale Giancarlo Abete verso la proposta di organizzare un tavolo pacificatore e di confronto su Calciopoli fra tutti i club, pausa di riflessione invece davanti alla posizione di chiusura da parte del presidente dell'Inter Massimo Moratti: è quanto fanno sapere Diego Della Valle e la Fiorentina protagonisti nell'ultima settimana di iniziative per invocare chiarezza sullo scandalo che ha scosso il calcio italiano nel 2006. Il proprietario del club viola ha preso atto di quanto dichiarato da Moratti, invitato con una lettera aperta due giorni fa a sedersi ad un tavolo insieme a lui per spiegare e chiarire.
Davanti alla risposta negativa del presidente nerazzurro al suo invito Diego Della Valle ha deciso di non rispondere a caldo, riservandosi un momento di riflessione "per non alimentare altre tensioni". Ma una risposta arriverà di sicuro entro i primi della prossima settimana. Nel frattempo Della Valle e la Fiorentina apprezzano l'iniziativa di Abete che sposa la loro richiesta di chiarimento e di un tavolo pacificatore: quel che chiedono il club viola e il suo proprietario è di organizzare questo confronto prima possibile, perchè l'obiettivo - come ribadito nei comunicati diramati giorni fa - è iniziare il nuovo campionato "con la certezza di aver messo una pietra sopra Calciopoli, riportando serenità tra i club e le tifoserIe e più fiducia nella gente verso il calcio e la giustizia sportiva". A questo tavolo sono invitate tutte le società coinvolte cinque anni fa ma pure quelle, come Cagliari, Udinese, Chievo e anche Inter, che il procuratore Palazzi nella sua recente relazione ha chiamato in causa contestando, seppur in prescrizione, la violazione degli articoli 1 e 6. Non solo: Diego Della Valle e la Fiorentina si aspettano da questo chiarimento, a cui ha dato l'adesione il presidente federale, anche delucidazioni da chi era allora preposto alle indagini, a iniziare dal colonnello Auricchio, ma anche dall'allora commissario della Figc Guido Rossi e dagli organi della giustizia sportiva "per sapere se erano a conoscenza di tutti gli elementi probatori".