DE PAUL, Ho realizzato il mio sogno. Qui a Udine...
Ai microfoni di Udinese Tv, il centrocampista bianconero, Rodrigo De Paul, ha parlato del momento della squadra dopo la vittoria all'Olimpico contro la Lazio di domenica: "Prima della partita non sapevo che sarebbe stata la partita numero 150, solo alla fine me lo hanno detto. Festeggiare così è stato bellissimo, allo stadio Olimpico, vincere. Abbiamo meritato la vittoria, per la maggior parte dei 90 minuti abbiamo dominato".
Come valuta la squadra? "Questa è l’Udinese più forte in cui abbia giocato, non solo a livello di qualità ma anche a livello umano. Con un gruppo così è più probabile giocare bene".
Lei indossa una maglia importante. "Prima di tutto voglio ringraziare i tifosi, sono sempre stati dalla mia parte. La maglia numero 10 sarà sempre di Totò, per tutto quello che ha fatto, nessuno lo potrà eguagliare. Con la maglia numero 10 volevo far capire a tutti che io non sono arrivato a Udine per sostituire Totò ma per scrivere la mia storia. In più il 10 mi piace, sono cresciuto con un grande il numero 10 di Diego".
Come valuta la sua crescita? Quando sono arrivato qua mi sono sempre messo a disposizione, con il lavoro e con la voglia. L’Italia tatticamente ti dà tanto, inizi a leggere le partite con il tempo. Questa cosa l’ho imparata qua con tutti gli allenatori che ho avuto. Ogni allenatore mi ha lasciato qualcosa e mi ha passato esperienza. Ho iniziato a capire a Udine che il mio ruolo era a centrocampo. L’ultimo pezzo del puzzle è stato al mio arrivo in Nazionale quando l’allenatore mi ha detto che il mio posto era a centrocampo. Anche il mio fisico è cambiato. È così che uno migliora, quando lavora, quando ha la fame di non mollare.
Ha realizzato il suo sogno? "Da piccolo il mio sogno era diventare un calciatore, indossare la maglia della Nazionale. Fuori dal campo avevo problemi però il campo di calcio me li faceva dimenticare. Avevo sempre il sorriso, ero il ragazzo più felice al mondo. È stata dura ma ce l’ho fatta, sono diventato un calciatore e sono riuscito ad aiutare la mia famiglia".
Cosa pensa della morte di Maradona? "Io sono ancora triste per la scomparsa di Diego. L’Argentina non ha tanta storia e Diego con una palla al piede è riuscito a far conoscere l’Argentina in tutto il mondo. Lui è riuscito a far conoscere la nazione. La sua morte è stata un brutto colpo per me e per tutta l’Argentina. Averlo incontrato è stato un onore".