DE SANTIS, Calciopoli processo farsa...
Fonte: Quotidiano.net
L’ex arbitro Massimo De Santis, tra i principali imputati del processo di Napoli su calciopoli, ha parlato a Radio Radio
È stato un processo farsa sin dall’inizio, andava fatta un’indagine a 360 gradi, non a 15 gradi. Ero sia io a chiamare che i dirigenti a chiamarmi, era una prassi normale, non si faceva niente di illecito. Avevo un rapporto di reciproco rispetto con Facchetti e ci sentivamo al telefono. Lo avevo detto anche in passato e fui querelato dalla famiglia Facchetti, tanto che presentai delle lettere di scuse per aver tirato in ballo una persona che non c’era più e non poteva difendersi ma a fronte di questa lacuna investigativa è uscita una delle telefonate. Ma ce ne sono tantissime altre e questo dimostra che non ho detto il falso.
Oggi, alla luce di alcuni riscontri che allora la giustizia sportiva non volle fare, è uscito ad esempio che tra me e Moggi non c’è nessuna intercettazione, ora si scopre che ci sono intercettazioni volutamente coperte. Chi mi ha distrutto è stata la Figc con un processo sportivo che chi l’ha fatto dovrebbe vergognarsi.
Le nuove intercettazioni? Secondo me dovremo aspettarci ancora tanto, fermo restando che effettivamente, di penalmente rilevabile, io non ci trovo niente come in quelle precedenti. È stata un’indagine voluta da qualcuno e condotta in modo unidirezionale, volta a colpire alcune persone e oggi sta emergendo.
Dopo il contro-esame di Auricchio fatto dal mio avvocato e da quello di Moggi è stata smontata tutta la tesi che Auricchio basa su intercettazioni telefoniche troncate, su alcune frasi estrapolate. Noi abbiamo riportato il testo integrale ed è stato appurato che il 3-3 di Lecce-Parma per cui sono stato accusato è nato dall’atteggiamento dei giocatori, che si sono accontentati di quel punteggio, lo disse lo stesso Zeman, anche Carmignani disse che avevo fatto tutto in maniera perfetta. Lo stesso Auricchio ha smontato la tesi della combriccola romana e non c’è mai una telefonata in cui mi si chiedeva di tenere un certo comportamento durante una partita. La combriccola romana non è mai esistita, bastava pochissimo per capire come veniva gestita la settimana di un arbitro. Era un’ipotesi investigativa basata su dichiarazioni di Dal Cin e Spinelli che poi non hanno avuto riscontro, loro stessi hanno detto che erano solo voci che giravano.
Con alcuni dirigenti bianconeri parlavo ma quando mi serviva qualche biglietto o una maglietta, ma come facevo con altri dirigenti della società. Altri miei colleghi si mettevano d’accordo per andare a fare una cena o per fare una chiacchierata e non sono stati indagati, io sono stato l’unico arbitro sottoposto a intercettazione telefonica”.
Le schede svizzere? Mi viene attribuita una scheda svizzera tra il 7 gennaio e il 28 marzo ma essendo io uno degli organizzatori della cupola, mi sembra strano che potessi averla solo in quel periodo... Io non l’ho mai posseduta né usata, in quel periodo stavo facendo un corso come vicecommissario di polizia penitenziaria, lo frequentavo tutti i giorni e ho portato le prove. In molti degli orari in cui mi viene attribuito l’uso della scheda svizzera ero a scuola a frequentare il corso. La realtà è che tutto quello che veniva trovato in una frase di un’intercettazione veniva posto come accusa e non riscontrato come si faceva in un’indagine seria, precisa.
De Santis ricorda infine Fiorentina-Milan, partita che i viola avrebbero dovuto vincere per salvarsi e che vedeva i rossoneri, alla vigilia della sfida scudetto con la Juventus, con tre diffidati: Rui Costa, Seedorf e Nesta. “Come finisce? Che il Milan vince, nessuno è squalificato, la Fiorentina perde e si lamenta per un rigore e questo sarebbe il comportamento di uno che vuole salvare la Fiorentina e favorire la Juventus? Sono l’unico arbitro con cui la Juve aveva avuto risultati negativi, lo stesso Moggi disse che se avesse perso lo scudetto 2004-05 lo avrebbe perso per colpa mia. Le indagini vengono fatte per l’accertamento della verità ma non nel mio caso”.