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DI CARMINE, Bati il mio idolo, esultavo come lui

di Redazione FV

Samuel Di Carmine, attaccante fiorentino ed ex viola ora al Perugia, ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale biancorosso in cui ripercorre tutta la sua carriera fin da piccolo: "Ho iniziato come difensore perché mio fratello più grande faceva il difensore e per me era il mio idolo e lo emulavo. Poi alla seconda partita feci un autogol e capii che il mio ruolo era davanti. Essendo di Firenze, guardavo la Fiorentina e Batistuta era ed è il mio idolo, esultavo anche come lui, facevo la mitraglia perciò era la mia passione. Andare a giocare in Inghilterra a 19 anni è stata un'esperienza bellissima per la vita che ho fatto però difficile perché era la mia prima esperienza lontano da Firenze, dalla mia famiglia e da mia moglie, allora la mia ragazza, che era incinta di Leonardo. Ho imparato la loro cultura del lavoro e del sacrificio, lì hanno un calcio diverso, più fisico e meno tattico, ma era bello venivano sempre un sacco di persone, un tipo di calcio spettacolo. La trattativa è durata da aprile di quell'anno fino a luglio, all'inizio ero contento della piazza e della scelta poi sono stati sei mesi difficili perché l'allenatore (Bisoli, ndr) non mi vedeva in quel ruolo e a gennaio andai all'Entella. Poi è arrivato Bucchi ed è cambiato tutto, a giugno disse che ero l'attaccante più forte della serie B e mi ha fatto subito sentire importante e sono contento di quello che ho fatto quell'anno anche se ho avuto infortuni che mi hanno penalizzato. Ed in questa stagione sono contento perché 12 gol in un girone sono un bel bottino".

E sulla vita privata racconta: "Quando non mi alleno porto io i bambini a scuola anche perché convivo solo da un anno e mezzo perciò tante cose del bambino più grande me le sono perse ed ora voglio riprenderle con gli interessi come si dice. Con mia moglie fu un colpo di fulmine al liceo in prima superiore, eravamo in classe insieme. Appena l'ho notata lo dissi a mia madre che avevo trovato la donna che avrei sposato. Il giorno del matrimonio, anche se solo in Comune a Firenze, è stata la cosa più bella perché la volevamo anche perché la famiglia ormai era stata già fatta, quindi era la chiusura del cerchio. Spero che ci sposeremo in chiesa, per me che sono religioso, entro il 2020. Un gol in finale di Champions League sarebbe bello. Perugia ormai è una seconda casa, la mia famiglia si trova bene. Il Perugia? Ora è tutto, è la squadra per cui gioco e per cui il sabato voglio dare tutto e non penso ad altre squadre, in futuro vorrei solo che fossero felici i miei figli. Quando smetterò di giocare con mia moglie abbiamo pensato di aprire un negozio o un B&B a Gallipoli. L'attaccante al quale mi ispiro? Fernando Torres, quando sono arrivato in Inghilterra mi dicevano assomigliavo a lui, è uno che attacca la profondità, mi piace".