DI CHIARA, Della Valle? Il calcio non è solo bilanci..
Fonte: Tmw
Nel corso del suo consueto spazio su TMW, l'ex viola Alberto Di Chiara ha parlato anche della Fiorentina e del suo ottimo girone d'andata: "A Firenze ci si mangia un po' le mani per essere arrivati ad un passo dal diventare la "capolista" nel girone d'andata. Ma in fin dei conti il campionato dei viola, vista anche la rosa, si può considerare ad ora più che positivo. Il cammino della squadra di Sousa è stato costante e caratterizzato da un ottimo livello di gioco. Nonostante ciò tra pubblico e società non corre buon sangue: non c'è niente da fare. La piccola contestazione fatta alla proprietà a fine gara con la Lazio può sembrare di poco conto ma è sintomo di un malumore che cova latente e sbotta ogni volta che accade qualcosa di negativo. Questa non può essere solo una colpa da attribuire al tifoso fiorentino, troppo pretenzioso per antonomasia: la sua parte ce l'ha la società, rea di non aver mai creato un feeling con una città e un tifo per certi versi unico. La proprietà dovrebbe capire che la gestione di una società di calcio, a differenza di altri tipi di società, è si basata su un equilibrio finanziario da rispettare e su questo non ci piove, ma anche sulla creazione di emozioni. I tifosi hanno bisogno di sentirsi metaforicamente parte integrante di un progetto che riguarda la loro squadra del cuore. C'è una fede da rispettare il che se ne dica . Ci vuole più dialogo con la città e con i tifosi. Bisogna entrare di più nelle vene di una Firenze che sprizza passione per la propria squadra da ogni poro. Ci vorrebbe più rispetto verso una tifoseria che in fin dei conti ti ha seguito anche quando era nei meandri del calcio. Mi sembra invece che la proprietà faccia di tutto per non avere un dialogo, aldilà della indubbia solidità economico finanziaria che i Della Valle garantiscono e credetemi coi tempi che corrono non è poco. Ci vorrebbe una o più persone che si possano interfacciare con una certa credibilità verso la tifoseria. Sembra che la società si voglia circondare per lo più di uomini ombra, che non offuschino in qualche modo l'immagine della proprietà stessa. Se si pensa poi al fatto che, quando Prandelli e Montella erano diventati delle vere icone per Firenze, sono stati allontanati non in maniera serena e consensuale. E poi che in società non ci sia una figura e dico una che possa minimamente rappresentare in maniera forte e di impatto emotivo Firenze e la Fiorentina. Il fatto stesso che Sousa stia diventando, grazie ai risultati ottenuti e al suo modo di fare, una icona per Firenze può preoccupare un pochino visto i trascorsi.