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DI CHIARA, Mai abbassare la guardia

di Redazione FV
Fonte: La Nazione

Si era detto molto su questa partita, ma solo una cosa contava e cioè che contro il Bayern bisognava vincere. Partita secca contro una grande squadra nata per cercare la finale di Champions. Ci si aspettava, oltre ai gol di Gilardino, alle invenzioni di Mutu o alle parate di Frey, un segno tangibile da parte di Montolivo per l’ultimo salto di qualità, che lo deve portare da grande promessa e talento qual è, a leader vero e proprio. Leader oltre che della squadra anche di un reparto nevralgico come il centrocampo dove a parte le ottime conferme di Felipe Melo e Kuzmanovic, quest’anno sta facendo fatica ad essere l’alternativa ai gol di Gilardino e Mutu.

LA FIORENTINA ha bisogno di una spinta in più. Servono i gol dei centrocampisti e in particolar modo di Montolivo, che è insieme a Kuzmanovic quello più portato a questo tipo di soluzioni. La sconfitta di Siena aveva dato a Prandelli un segnale pessimo, una squdra che alterna prestazioni diverse in base ai «galloni» di chi incontra è sintomo di poca maturità. Maturità e consapevolezza che Prandelli predica da tempo, e che in un occasione come ieri dovevano venire fuori. E le risposte in parte ci sono state. Dopo un inizio timido la squadra di Prandelli interrompe dopo 239 minuti il digiuno europeo del gal con Mutu, che lascia impietrito il portiere Rensing. La Fiorentina prende fiducia e gestisce con sagacia il vantaggio, non rinunciando per questo a ripartenze offensive: il tutto avviene però fino a circa 20 minuti dal termine, quando il gol di Borowski mette fine alla partita. Ogni reparto aveva funzionato bene fino a quel momento. Difesa sicura ed equilibrata, bene a centrocampo Melo, mentre da Montolivo ci si aspetta sempre quel qualcosa in più in fase propositiva. Anche i raddoppi di marcatura su Ribery non erano mancati. Ma non è bastato: in queste competizioni non bisogna mai abbassare la guardia.