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DI MARZIO, Viaggio nel mercato brasiliano

di Redazione FV
Fonte: TMW

Mi invidierete, sono in Brasile. Quando ho prenotato, non pensavo sinceramente che Rio potesse essere il centro del nostro mercato, che Galliani e Preziosi fossero qui, che il destino di Ronaldinho si giocasse sulle spiagge di Copacabana. Non hanno dubbi da queste parti, Dinho tornerà a casa, "in bora" come dicono i brasiliani, c'e' il Gremio che lo aspetta. Devo essere sincero pero', mi aspettavo se ne parlasse di più, di Ronnie e della nuova avventura milanese di Leo, delle prodezze italiane di Hernanes e Robinho. E invece il protagonista assoluto a Rio e' solo uno: Adriano, l'Imperatore, il più amato dai brasiliani. Accendi la tv e le sue immagini sono dovunque, pescato a fare shopping a Barra da Tijuca (il quartiere piu' residenziale) o a portare regali nelle favelas dove e' nato. Sorride, inseguito dai microfoni, sembra finalmente felice dopo la fiducia incondizionata della Roma, non soffre di saudade e non dichiara di voler tornare presto ancora nella sua terra. Quando parlano di lui, mostrano spesso dei filmati inediti per noi, lui che segna e si diverte nel campetto di terra e pietre, una vecchia maglia del Parma sulle spalle sue e dei compagni di squadra, qualche gol in più e qualche chilo in meno, la festa con il tamburo tra le mani per aver vinto il torneo amatoriale organizzato ogni anno per il Natale. Forse sta davvero tornando, Adriano: gli occhi trasmettono ancora tenerezza ma non più malinconia, le foto con i fucili in mano e le inchieste della Polizia brasiliana sono ormai un lontano ricordo, i bambini lo adorano ancora. Ne ho visto uno fare il fenomeno tra le onde, roba da prenderlo e fargli firmare subito un contratto in bianco, gli ho chiesto a chi si ispirasse, mi ha risposto d'istinto: "Adriano, l'Imperador !", non c'e' concorrenza, non c'è storia, qui e' il numero uno. E qui ha rischiato davvero di tornare, storia di qualche settimana fa, quando a Cluj si era riscaldato senza poi entrare e la notte aveva telefonato a Prade' per annunciargli l'addio. E' intervenuta la Sensi, ci ha messo del suo pure Totti, Adri e' rimasto, ha giocato e dimostrato di poter essere utile a Ranieri, i titoli di coda a lieto fine. Niente Corinthians quindi, nonostante Ronaldo e nonostante sia l'anno del centenario, celebrato in tv da speciali interminabili con vecchiette intervistate che descrivono l'amore per questa squadra come "quello per un marito, un amante e un figlio insieme", una fede strappalacrime. In Brasile, poi, c'è molta attenzione per il futuro, per i giovani talenti, per il domani della Selecao: il più gettonato e' Neymar, il ragazzino-prodigio del Santos, che parla come segna (tanto), con due orecchini grandi come ciliegie che sembrano tempestati di diamanti (penso finti...), uno che a sensazione cresce bene anche per quanto combinerà fuori dal campo appena sbarcherà in Europa. Sono affidate a lui e all'interista Coutinho le speranze verdeoro per l'under 20 che a Gennaio in Peru' si giocherà la qualificazione per Londra 2012: un altro degli appuntamenti da non perdere per gli esperti di calcio sudamericano, ci saranno tutti i migliori. Ma Gennaio per noi vuol dire solo o soprattutto mercato: caro Brasile, e'stato bello ma il dovere mi chiama...