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FACCIAMO FINTA CHE...

di Stefano Borgi

Il “luogocomunismo” non è un movimento, nè un partito politico. Tantomeno un'ideologia che si rifà alla vecchia sinistra. E se anche fosse, come potremmo farne menzione proprio ora che siamo in par condicio? No, più semplicemente (e immodestamente) il “luogocomunismo” è un neologismo che abbiamo coniato dopo averne sentite di ogni su Firenze e i fiorentini. Sul bisogno di dividersi, la tendenza ad esaltarsi per poi deprimersi. Bianchi e neri, guelfi e ghibellini, innocentisti e colpevolisti... bla, bla, bla. E ancora, su Firenze e l'impulso endemico di criticare, su Firenze e la pressione che mette ai calciatori (specialmente se tifosi). Su Firenze e quella fregola masochista di non accontentarsi mai, di chiedere sempre di più. Su Firenze, infine, oppressa dalla mancanza di equilibrio quasi fosse Pisa con la torre pendente, piuttosto che un ubriaco reduce da una notte di bagordi. E dire che, a livello calcistico, Firenze ed i fiorentini di bagordi... ne hanno sempre fatti pochi. Insomma, Firenze “bastiancontraria” nella quale è impossibile lavorare, realizzare alcunchè di positivo. E sempre per colpa dei fiorentini.

Ci dispiace, non siamo d'accordo. Massimo rispetto (ed in certi casi ammirazione...) per chi ha espresso certi concetti, ma a noi sembrano luoghi comuni, modi di dire, stereotipi datati ed obsoleti. Oggi Firenze ed i fiorentini sono cresciuti, maturati, si sono staccati da certi modi di pensare e di agire. La Firenze che raccontava Liedholm, quella che dopo aver vinto 3-0 si lamentava per non averne fatti quattro, la Firenze di Baggio, della bomba al treno di Bologna, delle coltellate con i romani... quella Firenze non esiste più. Oggi Firenze ed i fiorentini sanno capire, sanno aspettare, senza farsi trasportare dalle passioni incontrollate. Firenze ha accettato la C2, calciopoli ed i soprusi del palazzo, ha somatizzato l'addio di Prandelli e la fine di un sogno, ha sopportato e bypassato due anni di Mihajlovic, lo 0-5 con la Juventus, i cazzotti di Delio Rossi. Ultimamente poi gli stessi fiorentini osservano, dispiaciuti ma pazienti, 55 giorni di insuccessi (dal 22 dicembre 2012, giorno del 3-0 di Palermo), 55 giorni di spettacolo incerto (vogliamo paragonare la Fiorentina attuale con quella di novembre e dicembre?), 55 giorni di assenza ingiustificata del miglior giocatore, del presunto top-player, dell'aspirante “pallone d'oro”. E poi le frittate di Viviano, gli errori di Roncaglia, gli arbitraggi sempre contrari... e tutto questo senza alzare la voce. Uniche eccezioni qualche post dubbioso su Facebook, qualche tweet risentito, qualche telefonata alle radio dove esprimere le loro perplessità. A questo punto ci concediamo noi un luogo comune: trasponete il tutto in piazze come Roma, Milano, Napoli... e poi vedrete. La verità è che Firenze è orgogliosa della propria squadra, apprezza Montella, adora Andrea Della Valle, si è affezionata a Pradè e Macià. Impazzisce per Viviano e Roncaglia (nonostante tutto), sgrana gli occhi per Pizarro e Borja Valero, attende Aquilani (e non è facile), attende Jovetic (e lo è ancora meno), ringrazia Toni e non gli chiede di più. Si permette solo di nutrire qualche perplessità sugli ultimi 55 giorni... glielo vogliamo concedere dopo che, negli anni, ha sopportato di tutto e di più?

FACCIAMO FINTA CHE... Altrimenti la ricetta è già pronta. Come cantava Ombretta Colli negli anni '70: “Facciamo finta che, tutto va ben”, e prendiamo questa stagione come un esperimento perpetuo. Senza cullare nessun sogno europeo, senza accampare pretese. Un anno zero bello e buono, un cantiere aperto, uno “work in progress” dove tutto ciò che viene è di guadagnato. Del resto lo ha detto anche Pradè... “Lavoriamo in prospettiva. Su sei acquisti a gennaio, due (Compper e Sissoko ndr.) sono per il presente, quattro (Rossi, Wolski, Vecino e Larrondo ndr.) per il futuro”. Ok allora, facciamo finta che tutto va ben. Possiamo però fare come i tifosi, ed esprimere una perplessità? Siamo sicuri che Giuseppe Rossi e Sissoko siano contenti l'anno prossimo di stare fuori dall'Europa? E anche Andrea Della Valle, siamo certi che il giovedì sarà contento di vedere l'Inter, il Napoli, la Lazio... Oppure vorrebbe girare l'Europa con la Fiorentina? E allora ci chiediamo: non hanno ragione i tifosi ad esprimere le loro perplessità, con garbo e moderazione, sugli ultimi 55 giorni vissuti dai viola? Oppure è meglio cantare all'infinito... “Facciamo finta che, tutto va ben?”  Meditate gente, meditate...


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