FIO-LAZ, Storie di arbitri e di partite da brividi
Fonte: La Nazione
CHE FOSSE campionato o coppa, o che ci fossero di mezzo gli arbitri, le aquile laziali sono sempre riuscite a far male alla Fiorentina. I ricordi in chiave gigliata delle sfide con la Lazio, del resto, spesso e volentieri portano con sé grosse delusioni per la tifoseria fiorentina. Il ricordo più doloroso, e bruciante, è datato marzo 1995, quando l’allora portiere viola Francesco Toldo si vide trafiggere per ben otto volte da Boksic e compagni. Batistuta, Rui Costa e Baiano furono infatti travolti da una Lazio stratosferica che, trascinata da quattro gol di Casiraghi, rispedì a casa Ranieri e il resto della truppa viola con un passivo da record. Passa il tempo, ma le ferite restano aperte. A distanza di dieci anni, infatti, la doppia sfida fra Fiorentina e Lazio diventa un vero e proprio crocevia di quello che verrà poi raccontato come il più grande scandalo della storia del calcio. Ancora nessuno conosceva la definizione del termine “Calciopoli” quando, nel gennaio del 2005, la Lazio passò a Firenze con un rocambolesco 3-2. Erano i tempi in cui la Fiorentina cercava dannatamente stabilità sulla propria panchina, e dopo la guida tecnica di Mondonico, a gestire il gruppo era arrivato Sergio Buso. A rendere la gara più intrigante ci pensò il signor Rizzoli di Bologna che, dopo aver concesso il gol del pareggio a Di Canio in evidente fuorigioco (vantaggio viola firmato Miccoli), prima ignorò un’entrata killer di Dabo su Maresca, poi concesse un discutibilissimo rigore ai biancocelesti realizzato da Pandev. Contestazioni arbitrali che non si placarono nemmeno al ritorno. Era il 22 maggio 2005 quando Zauri, coincidenze del fato, parò la conclusione di Jorgensen senza che Rosetti facesse una piega. Di lì, poi, le telefonate e le vicende che la Firenze calcistica ha sopportato con la morte nel cuore. Sorvolando il gol inutile di Bojinov nella successiva gara interna, perduta 2-1 nel gennaio 2006, si arriva alla Coppa Italia dove la tendenza, almeno ultimamente, non sembra invertirsi. All’Olimpico di Roma soltanto un gol di Pazzini nel finale, dopo i centri di Kolarov e Behrami, tenne in vita la Fiorentina nell’andata dei quarti di finale. Nel ritorno, tuttavia, il gol iniziale di Semioli servì soltanto a illudere Prandelli e i suoi. Dei giorni nostri, infine, l’ultima dolorosa istantanea. I tre gol rifilati da Pandev, Zarate e Mauri, le parole durissime di Prandelli nel dopo gara, e le ammissioni di Gamberini sui mali dello spogliatoio.