FIORENTINA, E' fortuna avere Gila, Mutu e Frey?
Fonte: goal.com
Prandelli non cerca scuse ed ammette candidamente che contro la Lazio la vendetta (sportiva) si è consumata nonostante il gioco, se così si può chiamare, della Fiorentina. Per la verità il Pranda ha usato espressioni un po' più colorite, alle quali Corvino ha fatto da cassa di risonanza senza però rinunciare a ri – autoincensarsi perché lui fa anche troppo col poco fatturato e conseguente basso monte ingaggi dell'azienda Viola spa. Va bene, la gente lo sa, molti lo hanno anche annotato sul taccuino personale (i più in là con l'età) o sul blackberry (i più giovani): ormai è arcinoto noto che lui è bravissimo a scovar talenti a liquidazione dai quali non si può pretendere fruttino come giocatori veri e rifiniti, ma finché il patron Viola non smentisce di voler primeggiare in Europa, bisognerà pure che il buon D.S. se la prenda una buona volta col suo datore di lavoro per fargli cambiare pubblicamente gli obbiettivi della squadra.
La Lazio domenica scorsa al Franchi ha dato spettacolo e non solo in forza della provocante regola di Liedholm che in 10 contro 11 si gioca meglio. Per quello Prandelli, sportivissimo come sempre, ha voluto giocare in 10 anche lui: Kuzmanovic era inesistente (deleterio?) né è servito a molto sostituirlo con Semioli il quale, pur a parole richiestissimo al mercato di gennaio, una volta arrivati al dunque non l'ha voluto nessuno. I biancocelesti hanno semplicemente avuto sfortuna, una jella di quelle vere travestita ora da pali ora da Frey.
Si consolino i laziali: se la sfortuna esiste, esisterà pure la fortuna, e senza bisogno di andarsela ad ordire da soli. Il continuo assedio del primo tempo alla porta viola non è riuscito a concretizzare neanche una delle molteplici chiare occasioni da gol che una delle migliori difese d'Europa (cfr Corvino) non deve assolutamente concedere. Né il secondo tempo cambia molto l'andazzo: i biancocelesti son lì che non intendono sospendere l'accerchiamento, però sono inevitabilmente stanchi e costretti ad offrire più di un fianco al pur volenteroso ma sterile attacco viola. Come spesso succede nella commedia della vita (Dorando Pietri insegna) l'ultimo minuto risulta fatale: i capitolini – quelli momentaneamente piazzati in cima alla parte destra della classifica – vengono trafitti in una delle rare occasioni create dai viola nella loro peggior partita della stagione.
Ma si sa, i pali non fanno parte del gol e Frey – c'est la vie – gioca nella Fiorentina, proprio come Mutu e Gilardino. Ai rinati gioielli della Lazio resta solo da recitare il mea culpa, la Fiorentina dal canto suo non ruba nulla, raccoglie solo il retro della medaglia di alcune precedenti sfortune. I conti si fanno alla fine.