GILA, Conta solo segnare, non importa come
Fonte: Viola Channel
"La svolta a 13 anni: nei Giovanissimi della Biellese quando l'allenatore mi mise di punta. Nei primi anni di settore giovanile infatti facevo tanti gol, ma non giocavo centravanti: ero un centrocampista. Ho fatto tanti gol partendo con un movimento spalle alla porta, mi è sempre piaciuto: l'ho provato e allenato fin da ragazzo. Sono importanti protezione della palla, rapidità nel girarsi appoggiandosi sul corpo del difensore ed abilità nel controllo per essere subito pronto a calciare a rete. Tiro poco da fuori area? Nel gioco della Fiorentina non mi è richiesto di tirare da lontano. L'attaccante vero è quello che ha l'istinto del gol: non importa come, ma tu sai che arriverai sulla palla e la calcerai in porta. La Nazionale? E' un capitolo a sé, tutto si ferma ed il pubblico punta gli occhi su di te: tutto si ingigantisce. Lippi nel 2004 ha creato un gruppo, la nostra Nazionale è come se fosse una squadra di club, i meccanismi sono conosciuti e assimilati. Non è facile spiegare cosa significa vincere un Mondiale, vivi un mese e mezzo dove si susseguono tantissime tensioni e sensazioni. Vincerlo è stato bellissimo: la gioia sul campo, la festa di Roma al rientro in Italia. Il campionato? Mi sembra che la distanza tra Inter, Juve e le altre si sia ridotta. Credo che l'equilibrio si possa rompere solo alla fine e la Fiorentina dovrà farsi trovare pronta". Queste le dichiarazioni di Alberto Gilardino a Il Nuovo Calcio.