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GRAVINA, Rinvio giornata di A del 20/3? Vedremo

di Redazione FV

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato così a margine del Consiglio Federale di oggi alla stampa presente, tra cui TMW: "La Lega di A è sempre stata autonoma nell’ambito dei principi dell’ordinamento sportivo. Chi dice che non lo è mai stato perché la federazione ha bloccato non si sa cosa, ha un modo sbagliato per approcciare le carenze che il mondo del calcio manifesta. Quello che mi auguro è di avere una Lega forte che rivendichi una leadership di contenuti, non urlata perché così non gli verrà mai riconosciuta. Vogliamo una Lega in grado di essere la motrice del calcio italiano".

E sui ristori?
"So che la sottosegretaria Vezzali si sta impegnando per trasformare il tavolo tecnico che ho richiesto in tavolo governativo. Lunedì sono stato convocato da Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e abbiamo parlato di caro bollette e delle altre priorità del calcio. Non chiederò più ristori perché sentire ancora “no” mortifica il nostro impegno. Stiamo lavorando per dare una pari dignità al mondo del calcio rispetto ad altri settori dell’economia. C’è un giro d’affari attorno alle scommesse che in Italia ammonta a 15 miliardi di euro, chiediamo la tutela del nostro diritto d’autore".

La giornata di Serie A del 20 marzo sarà rinviata per la Nazionale?
"Non ne abbiamo parlato oggi in Consiglio Federale ma è una questione all’ordine del giorno. Lasciamo che le squadre italiane si qualifichino nelle Coppe, siamo tifosi di calcio. Non confondo mai le questioni, io tifo per le squadre italiane e che superino il turno in Europa, poi spero si possa trovare una soluzione insieme".

Se l'Italia dovesse mancare la qualificazione ai Mondiali si dimetterà?
"Se io dovessi scambiare il mio ruolo politico con la qualificazione della Nazionale, già solo il fatto che qualcuno pensi una cosa del genere mi fa venire la pelle d'oca. Se qualcuno pensa di posizionarsi a quella data: 1) è anti-tifoso 2) è anti-italiano 3) sta coltivando una falsa illusione. Io forse a differenza di chi mi ha preceduto non coltivo la cultura delle dimissioni. Io vado fino in fondo, perché difendo il progetto che ho sempre portato avanti in questi ultimi tre anni, di lavoro e di risultati. Questo lascio a voi la possibilità di certificarlo".