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GUERINI, Tutto su Antonio, Miha e la Fiorentina

di Redazione FV
Fonte: Radio Blu

Queste le parole di Vincenzo Guerini, nuovo club manager della Fiorentina, intervistato da RadioBlu: ''Il mio infortunio? Non mi sono mai sentito sfortunato, anche se ho abbandonato molto presto: ho rischiato davvero di morire ma ho avuto la fortuna di trovare dei compagni che non mi hanno mai abbandonato. Quando arrivai in Serie A alla Fiorentina non avevo mai visto una partita di massima divisione, ma Gigi Radice ebbe il coraggio di schierarmi tanto era abituato a fare scelte particolari. Lui è il tenico a cui sono rimasto maggiormente legato; Mazzone invece era un sergente di ferro... non si poteva neanche ridere se c'era lui Nel settore giovanile della Fiorentina ho passato degli anni meravigliosi, vincendo tanti trofei e togliendomi tante soddisfazioni. Mazzarri? Lui è cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina con la 'spada di Dàmocle' di essere il nuovo Antognoni, e per lui non è stato facile crescere; adesso da allenatore mi sembra che non abbia sbagliato un colpo, anche se non mi saluta più... Prima che mi chiamasse la Fiorentina, io ero già d'accordo con loro di andare a curare il settore giovanile del Lumezzane proprio perché i miei ricordi più belli sono legati ai giovani. A Firenze ho trascorso dieci anni importanti, che mi hanno segnato profondamente: mi sono innamorato della Fiorentina, che è la squadra per cui ho sempre tifato. I fiorentini? Non sono mai cambiati, sono i soliti polemici (ride). La mancata chiamata di Antognoni? Io non ho mai capito perché non sia entrato in società... poi è chirao che queste non sono decisioni che riguardano me. La scelta del sottoscritto in società penso che rientri in quel progetto di trade-union tra Fiorentina passata ed Fiorentina attuale. Magari la società viola ha valutato la mia esperienza di allenatore, ruolo che ho ricoperto per 25 anni. Ho vissuto anche io il clima della contestazione ma devo dire che per me c'è stato solo tanto affetto: ho sempre sostenuto che i tifosi avrebbero dovuto attendere la fine del mercato per giudicare, e adesso mi sembra che il clima sia ben diverso. Mihajlovic ha avuto veramente l'opportunità di andare via, ma ha deciso di rimanere per dimostrare quanto vale a Firenze; lui è un tipo molto orgoglioso e vuole dimostrare a tutti i tifosi della Fiorentina le sue qualità ed il suo carattere. Prandelli? Tra Cesare e Sinisa c'è molta differenza, a cominciare dal modo di esprimersi. Il mancato impiego di Gila? Beh, dal momento che giocava con Faer Oer e Slovenia una partita al Gila gliela poteva far giocare Cesare... Non è stato facile per Sinisa raccogliere l'eredità di Prandelli: è come Benedetto XVI che è diventato papa dopo Giovanni Paolo II. Quando Mihajlovic intorno a sé tanto scetticismo, lui si carica a mille: è un uomo vero, piacevole e corretto. Secondo me è stato costruito un gruppo che potrà dare grandi soddisfazioni: l'Europa è un obiettivo possibile per questi ragazzi. Vargas? L'ho seguito in Serie A fin dal suo arrivo a Catania: è un giocatore fuori discussione per la sua forza e la sua tempra; se sta bene fisicamente diventa devastante perché non può giocare da fermo: deve correre e allenarsi con continuità; se si allenerà bene potrà giocare. La concorrenza è tanta ma credo che possa fargli solo bene. Lo scorso anno è stata una stagione disgraziata: sono mancati a rotazione Jovetic, Montolivo e Mutu, con Gilardino non in perfette condizioni. Silva? E' un giocatore che ha il gol nel sangue, può essere alternativa a Gilardino, che deve ogni tanto respirare... Romizi? Mi piace moltissimo. Se fossi allenatore lo prenderei in Serie B e lo farei giocare davanti alla difesa, affidandogli le chiavi del centrocampo. Montolivo? E' un ragazzo molto serio, che mi ha colpito e si è sempre dimostrato un grande professionista. Non si è scoposto ai cori, alle offese e alle notizie sui giornali che lo riguardavano. Spero che lui decida emotivamente, pensando a cosa lo possa gratificare maggiormente. Non ci sono problemi di soldi, ma di motivazioni: da una parte può vincere qualcosa, dall'altra - qui a Firenze - può diventare il numero uno. La mancata fascia di capitano? Lo ha colpito questa decisione ma la ha accettata comprendendola. Se restasse a lungo a Firenze non sarebbe affatto imbarazzante. Gamberini? E' un capitano silenzioso. Jovetic? E' un giocatore di un'altra categoria.. è un giocatore da Manchester United o Barcellona: ha solo bisogno di giocare e recuperare la forma. Ljajic è un campione che può esplodere da un momento all'altro. Gli manca solo la continuità. Babacar? Se fossi stato in lui avrei accettato di andare in Serie B per fare delle esperienze e maturare: lui credo che abbia reputato la B troppo facile per lui. Ho paura che a Firenze perderà un altro anno. Mihajlovic ha una patina di ''ruvido'' e ''inflessibile''; non è vero: è molto amato dai giocatori e da tutta la società. Gli obiettivi? Sulla carta siamo da 6-7° posto, però ogni annata è diversa ed io non ci credo alle facili previsioni. Il match di Udines sarà interessante per le nostre ambizioni. La curva? Domenica ho visto un grandissimo tifo allo stadio e sono orgoglioso di avere un tifo così. Assieme a loro andremo molto avanti''.