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IGOR, Duncan un fratello. Italiano mi ha cambiato

di Redazione FV

Igor ha parlato con Cronache di Spogliatoio raccontando il suo passato ed il suo presente, cominciando dalla questione patente: "L'ho presa in Brasile ma mi deve arrivare ancora in Italia. Appena mi arriva posso guidare, ho già comprato la macchina. Per ora vado in bici solo per fare passeggiate. Prima uscivo 40 minuti prima per arrivare in bici all'allenamento ma ci sono abituato. Io da quando ho iniziato mi alleno sempre due o tre volte al giorno, quando non lo faccio mi manca".

Amrabat?
"Non l'ho sentito ma siamo tutti contenti per lui, è un grandissimo calciatore e professionista. Penso che siano tutti felici in Marocco, è difficile che vadano in finale ma hanno già battuto tante squadre e speriamo lo possano fare anche contro la Francia".

Come si descriverebbe come giocatore?
"Io ho sempre lavorato anche sull'agilità: non solo forza e palestra ma anche velocità. Mi piace tanto lavorare sugli addominali e sulle gambe. L'alimentazione? Comanda tutto: se non ti alimenti bene fai fatica anche a recuperare".

Il soprannome "Leone"?
"Mi piace come soprannome ma lo uso anche io per chiamare tutti".

Il rapporto con Duncan?
"Per me è come un fratello, è diventato qualcosa in più di un compagno di squadra".

Come ha cambiato la sua vita Italiano?
"Nell'essere più professionista. Sapere sempre di poter migliorare e nelle difficoltà, perché ho imparato a capire come uscirne e come affrontarle. Io ero già qui da due anni ma avevo tanti alti e bassi, Italiano mi ha fatto giocare tanto e ho dimostrato di poter stare a questo livello".

Quel doppio passo contro la Salernitana?
"Non ci ho pensato e l'ho fatto. Quando è uscita la palla il mister mi ha detto che se l'avessi fatto di nuovo mi avrebbe tolto (ride, ndr)".

Squadra brasiliana preferita?
"Cruzeiro, la squadra di Ronaldo".

Il percorso alla Red Bull?
"Mi ha fatto crescere per capire il calcio europeo e quanto è importante l'aspetto fisico. In Europa il calcio è diverso dal Brasile, mi ha aiutato anche a giocare in Italia. Ricordo quando giocai contro Joao Felix, mi ricordo che prima della partita il mio mister mi disse di stare concentrato perché era molto forte".

Soffre il freddo?
"Sì, non mi piace. Ma in Austria era anche peggio...".

Meglio pizza o pasta? E la scommessa con Cabral?
"La pizza in Brasile è meglio, la pasta no. Forse è meglio in Italia. Feci una scommessa con Cabral a fine della scorsa stagione: avesse fatto tre gol mi sarei fatto biondo. Alla fine non ha fatto i gol ma mi sono fatto biondo comunque".

A chi si ispira? E chi le sta piacendo al Mondiale?
"Van Dijk del Liverpool è un idolo. Mi piace anche Koulibaly e ho visto Gvardiol contro il Brasile, che bravo".

L'eliminazione del Brasile?
"Pensavo avessimo una squadra per arrivare in finale. Non ha fatto una grande partita contro la Croazia ma il calcio è così. Non abbiamo meritato e ai rigori non dipende solo da te. Siamo tutti molto tristi".

Capelli viola in caso di vittoria di Conference?
"Sì! Sono d'accordo".

Il Viola Park?
"Fino ad oggi il più bello che ho visto è quello di Salisburgo, ma il Viola Park sarà il più bello del mondo. Non vedo l'ora di giocare lì. Dopo l'inaugurazione arriveranno tante cose belle".

La Nazionale è un sogno?
"Certo, lo sogno da bambino. Ma so anche quanto è difficile poterci arrivare. Io punto al prossimo".