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JACOBELLI, Mourinho ha ragione

di Redazione FV

La durissima requisitoria di Josè Mourinho contro Ranieri, Spalletti e la prostituzione intellettuale anti-interista segna lo spartiacque di questo campionato: nulla sarà più come prima, ma è giusto così. Perchè nulla deve essere più come prima. Perchè la vera questione sollevata dall'allenatore dell'Inter è la crisi gravissima della classe arbitrale italiana alle dipendenze di Collina; sono gli obbrobri, gli errori, le cantonate di arbitri e assistenti che, quando sbagliano, non vengono puniti, non vengono fermati, non vengono stangati, ma, al massimo saltano un turno, come se fossimo tutti scemi. E Collina li rimanda in campo, come se nulla fosse successo. Nessuno, dicasi nessuno, nel calcio italiano, ha il diritto di scagliare la prima pietra. Nessuno è una vergine immacolata. Tutti dovrebbero essere nauseati da questo sfascio, a cominciare da quei dirigenti delle società che, in Lega e in Federazione, da anni votano sempre gli stessi nomi, per eleggere sempre le stesse facce, per stare sempre dentro lo stesso putrefatto sistema dove la sudditanza psicologica è più viva che mai. Quanto al primato dell'Inter, legittimato dalla classifica, dai punti, dai gol fatti e da quelli subiti, dall'evidente superiorità rispetto agli avversari, è ora di piantarla di metterlo in discussione, con il rigore su Balotelli o il gol in fuorigioco di Siena. Perchè, la Fiorentina non è stata massacrata da Saccani quando ha giocato in casa della Juve? O il Cagliari non è stato danneggiato dall'arbitraggio in occasione della partita con la Roma? E il Milan non ha vinto il derby dell'andata con un gol viziato da fuorigico di Kakà? Potremmo andare avanti all'infinito. La verità è che, sino a quando questo sistema arbitrale rifiuta la tecnologia. Sino a quando non viene introdotto un principio meritocratico in base al quale arbitra di più chi sbaglia di meno. Sino a quando le regole del fallo di mano in area e del fuorigioco non sono rese chiare e semplici una volta per tutte, il potere di condizionamento degli arbitri resterà enorme. E sino a quando chi li designa ci metterà otto giorni per spiegare il gol di mano di Adriano, senza spiegare nulla, la situazione non potrà che peggiorare. Mourinho può essere simpatico o antipatico, le sue sortite condivisibili o criticabili, ma, dopo ventisei giornate di un torneo che la sua squadra sta dominando, ne ha le tasche piene di vedere messi in discussione i meriti suoi e dei suoi giocatori. E fa bene a ribellarsi. Vogliamo ridire che Ranieri sta facendo i miracoli con l'organico che la Juve gli ha messo a disposizione con una campagna acquisti al risparmio e infarcita di errori (Thiago, Poulsen, Knetevic, Andrade?). Vogliamo aggiungere che la crisi del Milan è drammatica perchè la colpa non è di Ancelotti, ma di chi negli anni ha voluto Rivaldo, Oliveira, Emerson, Kalac, Helveg, Digao, Roque Junior, Grimi, Umit, Emerson, Dalla Bona, Dhorasoo, Jose Mari, Javi Moreno, Kutuzov, Dida, Coloccini, Laursen, Senderos, Contra, Redondo, Vogel, Cardacio e Bobo Vieri? E a Roma, quelli che ora si stracciano le vesti per il rigore di Balotelli non sono gli stessi che volevano cacciare Spalletti quando i giallorossi, falciati dagli infortuni, inopinatamente stazionavano nel lato destro della classifica? Ma quand'è che arriverà il giorno in cui verranno riconosciuti i meriti di chi vince perchè è più bravo? Perchè è più forte? Perchè è il migliore? Qui non si tratta di essere interisti, juventini, milanisti, romanisti o che altro: si tratta di capire a che gioco vogliamo giocare. E se ancora vogliamo giocare.