MANZUOLI, La preparazione non c'entra con gli infortuni
Intervenuto ai microfoni di Radio Blu, l'ex medico sociale della Fiorentina, Marcello Manzuoli, ha dichiarato: "Il fallimento della Fiorentina? Fu una cosa incredibile, la società non era in debito col fisco ed era in pari col pagamento delle mensilità ai giocatori. C'erano altri club con un debito 30-40 volte superiore, ma evidentemente faceva comodo che la Fiorentina fallisse. Le caviglie di Batistuta? Gabriel aveva un'alta soglia di sopportazione del dolore, stringeva i denti e voleva sempre esserci. Aveva dei seri problemi alla caviglia che si portava dietro dall'Argentina dove era molto frequente il ricorso ad infiltrazioni di cortisone. L'articolazione in sè non era malandata dal punto di vista della cartilagine, ma lui provava dolore per delle calcificazioni extra-articolari. Avevamo uno staff medico molto preparato e operavamo per cercare di metterlo sempre in condizione di giocare. Anche quando andò alla Roma, nelle prime settimane, ebbe dei problemi, poi fu decisivo per la conquista dello scudetto. Non so successivamente cosa abbia fatto, ne' come stia, è uno dei pochi con cui non ho più avuto rapporti dal punto di vista medico dopo aver lasciato Firenze. Sicuramente le botte prese negli anni hanno inciso in maniera determinante. Se esistono dei giocatori, come Santana, che sono più propensi a farsi male rispetto ad altri? Mah, posso solo dire che anche ai miei tempi c'erano giocatori che c'erano sempre e altri che avevano la carriera puntellata da numerosi infortuni. Questo può essere dovuto o da fattori genetici, o dal ruolo ricoperto o dalla capacità dell'atleta di coordinarsi. Se il cambio di preparazione può essere una delle cause dei molti infortuni che si stanno verificando attualmente in casa viola? A parte che quando un allenatore resta a lungo in un club la preparazione non è sempre la stessa ogni anno, e penso che sia successo anche con Prandelli. Devo dire che ho grande stima di Mihajlovic, che conosco bene perché ci ho lavorato quando era calciatore. Se era così diretto nel comunicare anche quando giocava? Era un leader, un allenatore in campo, giocava sempre con l'entusiasmo di un ragazzino. Gli allenatori con cui ho lavorato? E' difficile dare dei giudizi sui tecnici, posso dire che Ranieri era un signore, Malesani ti metteva nelle condizioni perfette per lavorare, Trapattoni era unico: ricordo che insieme a lui mettemmo in atto un'opera di 'biomeccanica artigianale" per risolvere un problema alla caviglia di Cois. Mancini antipatico? Assolutamente no, anzi, gli sono estremamente riconoscente, perché nella mia carriera non mi ha dato una mano ma due. Bianchi? Se lo incontro per strada non so se lo saluto".