MARADONA, Il compleanno più triste della mia vita
Fonte: repubblica.it
In tanti gli hanno rivolto un pensiero in occasione di questa importante ricorrenza, ma per Diego Armando Maradona è un compleanno triste, anzi "il compleanno più triste della mia vita", per usare le sue stesse parole. Lo ha confessato l'ex grande campione intervistato, anche per l'edizione online, dal quotidiano sportivo argentino 'Olè' nel giorno in cui compie 50 anni, lasciando trasparire una profonda amarezza. "Veronica (la compagna ndr) e Dalma (la figlia ndr) hanno insistito affinché festeggiassi - spiega l'ex fuoriclasse del Napoli - ma non mi hanno convinto. Ho qualcosa nel petto che mi impedisce di fare festa. Andrò a casa di mia madre e lì verranno a salutarmi i miei fratelli, i nipoti e gli altri parenti. Poi però me ne tornerò a casa mia. Dalma e Giannina (l'altra figlia ndr) hanno fatto a gara per essere la prima persona a farmi gli auguri".
DESIDERIO: TORNARE CT DELL'ARGENTINA - Il 'Pibe de oro' precisa poi i motivi della sua tristezza, rispondendo alla domanda se, a questo punto della sua vita, pensasse di essere ancora alla guida della nazionale argentina. "Esattamente - risponde Maradona -. Mi immaginavo alla guida della nazionale, e il fatto di essere rimasto senza chance mi fa stare male. Il mio lutto personale è cominciato quando siamo stati eliminati dal Mondiale". Diego aggiunge poi che "quando uno diventa grande non è difficile fargli un regalo, ma quello che sognavo io non lo riceverò,
perché il regalo più bello sarebbe quello di tornare ad allenare la Seleccion. Un regalo che doveva arrivare da Grondona? No, Grondona non regala niente. Questo è il compleanno più triste, speriamo sia più felice il 51°. Quando spengo le candeline sulla torta come desiderio chiederò di tornare ad allenare l'albiceleste".
NAPOLI IL MIGLIOR CLUB IN CUI HO GIOCATO - Quindi un accenno anche alla sua esperienza calcistica all'ombra del Vesuvio. "Quale è stata la migliore squadra nella quale ho giocato in questi 50 anni? Il Napoli senza dubbio - risponde l'idolo del popolo partenopeo -. A Napoli non volevano andarci neppure gli italiani. Paolo Rossi firmò un contratto e subito dopo lo rescisse. Io lì non ho mai trovato una casa e ho sempre vissuto in appartamento, finché Ferlaino mi ha dato la possibilità di essere competitivo allestendo squadre per vincere il campionato. Due scudetti, per noi e per il Sud, la Coppa Italia e la coppa Uefa: ogni giorno che passa diventiamo più grandi". Oltre al Napoli 'el Pibe de oro' come club in Argentina sceglie il Boca Juniors: "Essere diventato campione con loro è stato incredibile". "Un tecnico? Menotti. Un rivale? Il River'.
CHE DIVERTIMENTO CON CANIGGIA... - Il migliore compagno con cui ha giocato? "Ne ho avuti tanti - risponde l'ex campione - ma quello con cui mi sono divertito di più è stato Caniggia. L'ho difeso quando Bilardo voleva farlo fuori. Prima dei Mondiali del '90 Bilardo mi chiamò e mi disse che 'Cani' stava fuori. Gli risposi che allora a stare fuori saremmo stati in due. Era il nostro miglior giocatore, e lui voleva escluderlo dalla lista...".
AL MONDIALE HO DATO TUTTO AI MIEI - Il Maradona ct è dispiaciuto per alcuni atteggiamenti del presidente Julio Grondona e di alcuni giocatori ma rifarebbe tutto al Mondiale. "I 40 giorni di Pretoria sono stati meravigliosi. Io ho dato tutto ai miei giocatori, ho sempre difeso la squadra. Non mi pento di avere messo in campo quegli undici", sottolinea Diego che dal Mondiale dice di aver imparato "che bisogna lavorare e trovare il momento giusto".
LE PAROLE INDIMENTICABILI DI MESSI - Maradona dopo il Mondiale ha parlato con Messi. "Ho parlato una volta con Leo, poi Veronica ha parlato con Antonella, la sua fidanzata, e io gli ho mandato i miei saluti. Per me è stato un grande orgoglio avere allenato Messi. Sul fatto che è stato felice con me non c'è nessun dubbio. Io l'ho capito come nessuno". L'ex ct dell'Argentina non svela cosa gli disse Messi dopo il Mondiale ma dice "lo conservo per tutta la mia vita". "Perfino quando Grondona parlò nello spogliatoio il pianto di Messi era più forte delle sue parole. A Pretoria venne con il Kun Aguero e con Maxi Rodriguez e mi chiesero di rimanere e io dissi loro che ci avrei pensato. Arrivammo in Argentina e sembrava che avessimo vinto la Coppa del Mondo. Ma la settimana dopo io ero già fuori...".
LE FRECCIATE A BILARDO - L'ex selezionatore dell'albiceleste ne ha anche per Bilardo. "Lui ha detto che mi ha creato, ma non mi ha mai dato una indicazione su come stare in campo. Gli chiedevo cosa fare e mi diceva sei libero di girare per tutto il campo. Quello che diceva Bilardo non lo capivamo".
MARADONA? UN CALCIATORE FUORI DAGLI SCHEMI - Anche Maradona conserva delle magliette. "Ho quella della finale con la Germania. Poi conservo quella di Riquelme, del Kun, di Messi ai Giochi Olimpici. E dei rivali, ho quelle di Platini, Cantona, Gullit, Van Basten... E dei miei compagni Carnevale, Careca", aggiunge l'argentino che sui migliori al mondo ha le idee chiare. "Romario, Ronaldinho, Zidane, Messi, Riquelme, Caniggia, Baggio, Van Basten. Mi piaceva andare a vederli giocare". Cosa è stato Maradona in questo tempo? "Un giocatore di calcio fuori dagli schemi e da tutto quello che volevano che facesse - conclude Diego -. Io difendo il calciatore".