MONTELLA, Il nostro gioco per conquistare la gente
Fonte: Il nuovo calcio
Lunga intervista dell'allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella al mensile ''Il nuovo calcio'': questi i passaggi più interessanti dell'esclusiva col mister viola: ''Da dove nasce il mio bel gioco? Dal settore giovanile. Si preparavano gli allenamenti in funzione di un calcio propositivo. Spingendo i giocatori a correre dei rischi inconsciamente e inconsapevolmente. Non devi far percepire, per esempio, che un giro palla dietro può essere pericoloso, devono farlo con naturalezza, con libertà. E sto cercando di portare concetti simili anche coi grandi. L’idea di massima è quella di sviluppare il gioco secondo le caratteristiche dei tuoi calciatori e non unicamente in base a quelle degli avversari. Lo staff della Fiorentina? E' numeroso ma fondamentale. Ho cercato persone che potessero completarmi e aiutarmi, dentro e fuori dal campo. Persone che accettassero di essere in discussione, di confrontarsi. Di crescere insieme. Il mister deve avere delle conoscenze, ma non può saperne di più del preparatore atletico ad esempio. Ognuno deve avere il suo spazio, le sue gratificazioni. Deve sentirsi importante. Anche perché il lavoro non manca. Perché un allenatore di calcio a 5? Penso che dal punto di vista della tattica individuale si possano migliorare ancora i giocatori. Anche quelli di Serie A. E nel calcio a 5 si gioca molto in base ai classici 10 princìpi nelle due fasi di gioco. Per questo ho scelto una figura su misura, Riccardo Manno. Lavora individualmente prima o dopo la seduta su eventuali carenze dei giocatori, oltre a tutta la parte di analisi. I nostri allenamenti? Ci ritroviamo il lunedì dopo la partita della domenica. Ora, visto gli impegni di Coppa e gli infrasettimanali, non è quasi più possibile. Comunque, il primo giorno dopo la gara era importante per valutare la situazione di chi aveva giocato e allenare chi era rimasto fuori. Infatti, questi elementi (considerando che nel pre partita si rifinisce perlopiù il lavoro) rischiano scadimenti di forma. Quindi, il lunedì svolgevano una seduta intensa, martedì riposo e il mercoledì era pronta a ricominciare. Il nostro gioco? Mi hanno chiesto di conquistare la gente, di vincere divertendo. Ed è quello che tentiamo di fare. Sfruttiamo le caratteristiche di qualità dei nostri giocatori. Siamo poi una squadra che solo divertendosi sul terreno di gioco può far punti. Altre devono adattarsi agli avversari e lottare. Noi dobbiamo cercare di imporre la nostra manovra, certo, considerando le peculiarità degli oppositori per metterli in difficoltà. I nostri principi di gioco? Desideriamo incominciare la manovra da dietro senza problemi. Anche correndo dei rischi. Per poi valorizzare le qualità dei nostri elementi in avanti. Il calcio è uno sport situazionale, l’allenatore può dare indicazioni sugli avversari, proporre esercizi per migliorare alcuni particolari, però poi alla fine in campo contano le percezioni dei giocatori. E i giocatori agiscono in base a queste. E’ l’interpretazione di quanto accade che fa la differenza. Per cercare di migliorarli poi c’è l’allenamento, molto situazionale anche questo''.