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MUSEO ACF, Emozioni gigliate, 6 gennaio 1980

di Redazione FV

La caramella più gustosa, il regalo più bello che un appassionato di Fiorentina possa ricevere resta indubitabilmente la vittoria sulla Juventus. Era il 6 gennaio 1980 e la Befana, che di solito "vien di notte con le scarpe tutte rotte", portò un'impresa alla luce del giorno che ancora oggi, a distanza di 31 anni, vale la pena di essere ricordata in modo particolare. E' difficile spiegare perchè quella vittoria occupi davvero tale collocazione nella memoria collettiva. Tutto sommato è anche difficile comprendere perchè quella Fiorentina composta da Galli, Lely, Tendi, Galbiati, Guerrini, Sacchetti, Restelli, Orlandini, Pagliari, Antognoni, Desolati e poi Sella, Ferroni, Zagano e Bruni, stia nel cuore e nei ricordi di molti più di altre formazioni, certamente più forti e vincenti.

Probabilmente ha un suo peso il periodo storico: è la Fiorentina che due anni prima aveva rischiato seriamente di retrocedere, e da appena tre mesi - il 30 settembre 1979 - aveva perduto Rodolfo Melloni, il presidente ricordato per la grande umanità e per il grande merito di non aver ceduto Antognoni alle società del nord. A lui era subentrato Enrico Martellini che di lì a poco avrebbe traghettato la società fino ai Pontello. Una sorta di terra di mezzo, dunque, nella quale brillava un giovanissimo Giovanni Galli accanto alla stella di Giancarlo Antognoni. Intorno ad essi un gruppo misto di gioventù ed esperienza che alternava belle prestazioni ad altre assai deludenti. In quel momento della stagione poi i Viola, subito eliminati nel turno preliminare di Coppa Italia e balbettanti in campionato dove la prima vittoria era arrivata solo alla quinta giornata, non erano stati granché convincenti. Sia detto che il vittorioso due a uno sulla Juventus che siamo a raccontare giunse dopo un ottimo pari a reti inviolate disputato a San Siro contro l'Inter futura campione d'Italia ed era stato preceduto da un'ampia vittoria casalinga sull'Avellino. La magra classifica recitava 11 punti in 14 partite ed il terz'ultimo posto in classifica faceva non poco preoccupare.
Una Fiorentina dunque che si esprime con alti e bassi e la partita contro la nemica di sempre, la Juventus, vista quasi come uno spartiacque della stagione viola. Quindi i due protagonisti di quell'impresa: Gigi Sacchetti ed Alessio Tendi. La storia che raccontiamo è quella di una squadra pugnace e volenterosa che, quel giorno, seppe dare davvero una lezione alla Vecchia Signora, anch'essa in cattive acque con appena tre punti in più della Fiorentina e reduce da due sconfitte consecutive.

Questi i fatti: siamo all'ultima del girone d'andata, la Juve è allenata da Giovanni Trapattoni con Bettega e Marocchino di punta e con un certo Cesare Prandelli a centrocampo. Dopo 19' una punizione di Antognoni spiove nell'area bianconera, Bettega respinge di testa e Sacchetti dal limite dell'area con una sforbiciata realizza l'uno a zero. Succede tutto sotto la Curva Ferrovia. Nemmeno il grande Dino Zoff può niente su quella bella traiettoria ad uscire. Passano dieci minuti e tocca ad Alessio Tendi coprirsi di gloria. E' lui stesso che racconta: "Segnai con una conclusione da trenta metri. Rubai la palla a Causio, vidi Zoff leggermente fuori dai pali e tirai col mio piede buono, il sinistro. La palla andò a finire nel "sette" e fu una gioia indescrivibile". La leggenda narra, a metà tra prosa e poesia, come quel tiro partisse direttamente dalle colline di Fiesole, e certamente Alessio non dimenticherà mai quella prodezza che ha impreziosito indelebilmente una più che onesta carriera. La partita terminerà due a uno grazie alla rete di Bettega sul finale del primo tempo. Nella seconda frazione di gara la Juventus tenta il tutto per tutto senza tuttavia impensierire più di tanto la porta difesa dal giovanissimo Giovanni Galli. La Fiorentina non ebbe più a perder gare fino alla penultima di campionato concludendo il torneo al sesto posto assoluto con 33 punti in 30 partite. Alla fine la qualificazione Uefa fu mancata per un soffio.Un bel campionato frutto della memorabile e lieta Befana viola del 6 gennaio 1980.

STEFANO BORGI
 

fonte: www.museofiorentina.it