NAPOLI, L'unico destabilizzato è Mazzarri
Fonte: TMW
Peccato. Peccato per Napoli e il Napoli, che il suo presidente e il suo allenatore non perdano occasione per sporcare quanto di straordinario sta facendo la squadra in questo campionato meraviglioso. De Laurentiis ha parlato di "calcio nuovo e pulito dopo il 2006" ogniqualvolta il Napoli ha vinto, ha taciuto quando ha goduto di evidenti errori - noi non li chiamiamo favori - arbitrali, ha ragliato di complotti quando la sua squadra ha perso. Mazzarri non riesce a godersi lo straccio di un'impresa: vede fantasmi da tutte le parti, dice frasi sconnesse su presunte provocazioni e su qualcuno "destabilizzato dal 2° posto del Napoli", ma a noi sembra che l'unico destabilizzato sia lui, inabituato a stare così in alto in classifica. Il risultato è stata la crisi di nervi dei suoi giocatori, impotenti contro una rimaneggiata Udinese. Udinese cui l'allenatore toscano non è riuscito in alcun modo a fare un altro straccio di un complimento nel dopo-partita, limitandosi a dire che "la partita l'abbiamo fatta noi", "hanno tirato in porta 3 volte", "hanno pescato i gol su nostri errori". Uno che ha una mentalità come Mazzarri, purtroppo, non riuscirà nemmeno ad assorbire le lezioni che gli hanno dato prima Guidolin sul campo, poi lo splendido pubblico napoletano sugli spalti con quel generoso, commovente, interminabile applauso. Giusto tributo a una squadra, il Napoli, che merita un altro lungo, interminabile applauso da tutti i suoi avversari.
Dopotutto, il Milan questo scudetto non lo ha ancora vinto e per tagliare per primo il traguardo, sarà bene che si faccia passare qualche fregola di Coppa Italia. Un trofeo che può benissimo provare a vincere con Oddo, Antonini, Legrottaglie, Flamini, Emanuelson, Pirlo, Cassano e Ibrahimovic risparmiando altri protagonisti della cavalcata in testa, che rischierebbero un dispendio ulteriore di energie fisiche e mentali. Le motivazioni che potrebbero avere Abate, Thiago Silva, Gattuso e qualcun altro tra i titolari, non possono ragionevolmente essere superiori - col Palermo a San Siro domani sera - rispetto a quelle di chi non gioca mai e ha l'opportunità di competere per un trofeo in una stagione poco generosa nei suoi confronti. Quindi, la tentazione Coppa Italia rimanga legata al fatto di concederla a chi a tutti gli effetti è un giocatore del Milan, anche se di seconda fascia. Tra i molti motivi per cui in Italia le prime 4 società più importanti (Milan, Inter, Juventus e Roma) hanno contato in questa stagione 42 infortunati lungodegenti - con più di un mese di assenza - rispetto ai 7 in Germania, 5 in Inghilterra e 4 in Spagna, c'è il fatto che gli allenatori stranieri non hanno nessun timore nel far giocare qualche volta una riserva o due, anche in gare importanti. O addirittura qualche esordiente. Anche per dare un senso a quelle richieste di rose ampie e panchine lunghe con cui sfiniscono i propri dirigenti ogni estate.