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ORD. ARCHITETTI, Non è restyling, ma restauro. Ora...

di Redazione FV

“Se l'attenzione torna a concentrarsi sul Franchi, è giusto chiamare le cose con il loro nome: non si deve parlare di restyling dello stadio, ma quello che serve al Franchi è un buon intervento di restauro. Che, nell'accezione moderna e completa del termine, significa garantire il mantenimento delle sue qualità vincolate ma anche la possibilità di integrazioni e aggiunte. L'opera di Nervi ha moltissimi significati da salvaguardare, ma non deve nemmeno essere corso il rischio che senza nessun intervento la struttura possa cadere a pezzi: deve essere trovato un punto di equilibrio tra la necessaria tutela e la possibilità di far vivere il monumento”: è quanto sostiene il Consiglio dell'Ordine degli Architetti di Firenze attraverso un comunicato stampa dopo l'annuncio della Fiorentina di non partecipare alla gara pubblica per i terreni della Mercafir.

“Ribadiamo la proposta che avevamo lanciato qualche tempo fa: tutte le realtà coinvolte, società, soprintendenza, ministeri, istituzioni, si mettano insieme a un tavolo per definire quale possa essere la portata di trasformazione ammissibile, mettendo in chiaro tutte le rispettive esigenze, vincoli e possibilità. Con queste idee chiare venga poi bandito un concorso internazionale di architettura, che risponda a tutte le esigenze emerse, con regole precise. In questo modo sarà possibile capire se possa esserci una soluzione che soddisfi questi bisogni, un progetto compatibile con quello che deve essere mantenuto del monumento. È questa la via di uscita più rapida: anche il recente caso di Genova insegna che si possano fare concorsi velocemente”, spiega il Consiglio dell'Ordine degli Architetti di Firenze, che conclude: “Un intervento sul Franchi potrebbe infine eliminare le incognite sul destino di una parte della città. Far funzionare il sistema stadio a Campo di Marte significherebbe mantenere in vita struttura e quartiere”.