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PASQUAL, Ultima al Franchi? Rabbia per...

di Luciana Magistrato

Undici anni e non sentirli. Manuel Pasqual aspetta la dodicesima stagione in viola ed aspetta impaziente di sapere se questa ci sarà davvero. E non solo per programmare il futuro suo, rigorosamente ancora da calciatore ovunque la carriera lo porti, e della sua famiglia, ma anche e soprattutto per capire se domenica sarà la sua ultima partita al Franchi da giocatore viola. Contro il Palermo la Fiorentina giocherà infatti l'ultima gara stagionale e per molti, compreso l'ex capitano, questa potrebbe essere l'ultima da giocatore, dirigente, addirittura allenatore della Fiorentina. Chi sa davvero se salutare o meno? Come deve comportarsi il pubblico che non sa chi rivedrà? Ma Pasqual è deluso e arrabbiato perché, almeno lui, dopo undici anni con questa maglia, vorrebbe saperlo ed eventualmente salutare degnamente la sua gente, la sua città che lo ha accolto ragazzo e fatto diventare uomo, dove sono nati i suoi figli, dove vive. Pasqual aveva dato come scadenza al club, prima di guardarsi intorno, l'inizio di maggio che però è arrivato senza segnali dalla società (che ha anche altri problemi e che Pasqual da persona intelligente comprende, è ovvio) ma vorrebbe comunque averlo prima di domenica.

Un "arrivederci e grazie" gli farebbe male, certo, ma almeno gli permetterebbe di congedarsi dal Franchi, entrando anche per pochi minuti o a fine gara, con un saluto e un applauso ai suoi tifosi. Perché un capitano vero non ha paura di congedarsi, anche a malincuore. Ed invece, c'è da giurarci, Pasqual non avrà segnali, con un silenzio che equivale a dire "le faremo sapere" come all'ultimo dei candidati ad un provino. Un "Le faremo sapere" che costringerà Firenze e uno dei suoi capitani a salutarsi privatamente, magari con una lettera sul sito "No, che brutto sarebbe" si lascia scappare Pasqual. Ha ragione, e forse una città come Firenze che ha salutato un capitano rossonero come Maldini (a proposito avete visto che tributo anche a Bilbao?) avrebbe diritto di sapere se deve salutare o no anche quello viola. E, domenica, non solo lui viste le tante valigie pronte.