PIZARRO, Genova? Colpa mia. Nel girone di ritorno...
Il centrocampista viola David Pizarro si è raccontato in un'intervista a 360 gradi ai microfoni di Viola Channel. Queste le sue parole:
Sulla preparazione di Hellas Verona-Fiorentina: "Serve grande voglia di riscatto. La squadra è presente, ci stiamo allenando duro e vogliamo delle risposte prima di tutto da noi stessi. Speriamo di raccogliere i frutti del lavoro settimanale già da domenica".
Sull'arrivo a Udine: "Arrivai a 19 anni in una città freddissima. Per me era tutto nuovo, ma è stata un'esperienza importantissima per la mia crescita".
Su come nasce la sua passione per il calcio: "Mia madre mi racconta sempre che nacque quando a 2 anni diedi un calcione a un pallone prendendo mio nonno in faccia e rompendogli il naso. La mia storia nel calcio inizia sicuramente lì".
Sulla perdita della sorella: "Eravamo tre fratelli, poi due anni fa ho perso l'amore della mia vita, mia sorella. L'affetto che mi ha dato Firenze in quel momento difficile me lo porterò sempre con me, lo dico sempre a tutti quelli che conosco. Era la mia fan numero uno, con lei abbiamo vissuto tante cose e sofferto la fame".
Sulla figlia nata a Firenze: "Sa a memoria i cori della Fiorentina anche se ha solo due anni. E' già molto sveglia".
Sull'abbattimento delle barriere del Franchi: "E' il massimo per un giocatore e anche per gli spettatori. Con la Fiesole più vicina avremmo qualche punticino in più in classifica, ma intanto è stato comunque fatto un passo avanti".
Sula Roja e il Mondiale: "Peccato per la traversa di Pinilla. Col senno di poi, vincendo avremmo fatto un favore al Brasile vista la loro figuraccia con la Germania. Ora sono a disposizione del c.t., se mi vuole chiamare sono pronto".
Su Mati: "Sono contento per lui, l'ho martellato parecchio perché ha delle qualità enormi. Venire da un altro campionato però non è facile, soprattutto se si arriva in Italia".
Sul suo ruolo di regista: "E' stato Roy Hodgson all'Udinese a mettermi per la prima volta in questa posizione dopo due anni da trequartista, lo ringrazierò sempre".
Su Spalletti: "Ha tirato fuori il meglio di me, è stato un passo fondamentale per la mia carriera giocare con lui".
Sul ritorno in Serie A di Roberto Mancini: "Fa bene al nostro calcio. Abbiamo bisogno di figure carismatiche come lui. C'è però qualcosa che non va nel nostro calcio, parlo da italiano, specialmente a livello giovanile. Non c'è infatti abbastanza pazienza coi giovani. E' sufficiente una partita giocata male per mettere fuori un ragazzo, tagliandogli le gambe. Confrontandoci con le altre realtà calcistiche, vediamo quanto sia grande il divario".
Sulla delicatezza del suo rulo: "E' un ruolo complicato e di grande responsabilità, in cui non puoi tradire i tuoi compagni. Finché avrò la forza però continuerò a farlo, perché è il ruolo che mi ha regalato le maggiori soddisfazioni della mia carriera".
Sull'errore di Genova: "La zolla non c'entra, è stato dovuto a un calo di concentrazione. Conoscendo le condizioni del campo mi sarei dovuto aspettare quella zolla. Per come sono stato educato sono molto autocritico e chiedo tanto a me stesso".
Su cosa succede oggi negli spogliatoi: "I tempi sono cambiati. Ora gli allenatori ti fanno pure sentire la musica prima della partita. Oggi ognuno ha le sue fisse per caricarsi, ma quando arrivai io in Italia si stava in silenzio".
Sul futuro: "Per ora c'è ancora tanta voglia di giocare a pallone. Se non ce la facessi, lascerei senza esitazioni. Ho grande determinazione e voglio mostrare il meglio di me, soprattutto per come stanno andando le cose in campionato quest'anno. Al di là dei risultati, nessuna squadra è mai riuscita a metterci sotto sul piano del gioco. Adesso dovremo lavorare a testa bassa fino a Natale per poi caricare le pile in vista del girone di ritorno. Un girone di ritorno che sarà grandissimo, ne sono convinto".