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PRANDELLI, Ciccio Rialti per me è stato la Fiorentina

di Redazione FV

L'allenatore Cesare Prandelli è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione in onda sulle frequenze web di TMW Radio: "Da lontano, le cose riportate non danno il senso giusto. Sto vivendo con dolore, preoccupazione ed ansia. Ogni volta che arriva una telefonata da Orzinuovi sono sempre preoccupato. Io personalmente sono stato fortunato, perché ero lì due giorni prima che chiudesse tutto, poi son dovuto venire a Firenze per un appuntamento di lavoro e son rimasto qui. A Orzinuovi c'è una situazione strana, ci sono troppi morti e ho sentito dei racconti strazianti. In Cina avevano chiuso 50 milioni di persone, in questo momento non voglio fare polemica, ma dico che noi tra Orzinuovi e Bergamo eravamo tutti convinti che ci sarebbe stata la zona rossa. Parlavo con il sindaco e tutti aspettavano la chiusura, eravamo preparati, poi però è successo quel che successo. Quando arriva uno tsunami così difficilmente riesci a organizzare tutto".

Anche da Orzinuovi arrivano storie su morti che non finiscono nei conteggi?
"Sì, assolutamente sì. I morti sono molti di più".

La paura è che ci si dimentichi del buono sentito in questi giorni.
"Se non ci ricordiamo quello che stiamo passando significa che non abbiamo futuro, che ci dobbiamo estinguere. I pensieri vanno al futuro, come sarà per noi e per i nostri figli. La cosa lampante è che per la prima volta non c'è smog, i mari sono puliti: forse c'è un messaggio della natura, di ricominciare da questa base. Partirei da scuola, istruzione, ricerca... Questi sono gli investimenti che noi italiani dobbiamo fare. Dobbiamo rivedere il nostro futuro".

Un tema è la ripresa.
"Per me il calcio è un lavoro e una passione: deve trasmettere gioia, e la gente non mi sembra preparata. Dall'ospedale al cimitero fino allo stadio mi sembra troppo. Dovremo ricominciare, ovviamente, ma intanto la ripresa sarà a porte chiuse. In questo momento le priorità sono altre".

Come trascorre le sue giornate?
"Ho la fortuna di avere un po' di terra, ho piantato 300 ulivi piccoli e me ne occupo. L'aria aperta è un lusso".

Il calcio deve iniziare un percorso nuovo?
"Non ho la risposta, il calcio in questo momento avrebbe dovuto evitare qualsiasi polemica sugli ingaggi, arrivarci da soli senza fare troppe trattative. Quel 20 o 30% sarebbe da donare ai settori giovanili, al calcio italiano, perché questo è gioia, aggregazione, famiglia e bambini. Senza queste priorità è difficile ricominciare. In questo momento non ho né gioia né passione".

Il calcio si è fermato un mese fa.
"Si è fatto anche fatica a fermarlo. Si gioca, non si gioca, volevano fare Juve-Inter a porte aperte senza rendersi conto che si stava giocando con la salute delle persone".

Com'erano le preoccupazioni di quei primi giorni di marzo?
"Ogni giorno c'era qualcuno ricoverato... Orzinuovi sono 13.000 persone, abbiamo 90 morti. Facevano una dozzina di funerali al giorno, anche se non si poteva fare la funzione. Il difficile è non poter salutare le persone care che vanno. Siamo abituati a stare vicino, e quando puoi stare assieme ai tuoi cari il dolore diventa più forte. Tanti amici hanno salutato i genitori in ambulanza e ora non sanno più dove sono. Inaccettabile".

Il calcio potrebbe fare di più?
"Bisogna stare vicini alle persone che hanno subito questa tragedia. Si potrebbe fare un'amichevole tra Brescia e Bergamo per questi eroi. Sono 20.000 solo i volontari che si sono alzati dal divano".

Un ricordo per Rialti?
"Ciccio ci ha fatto un brutto scherzo. Per me è stato un amico e un consigliere, abbiamo discusso e litigato ma due ore si faceva pace. Per me è stato la Fiorentina, la prima cosa che capivi era che fosse un tifoso viola. Non amava la tattica, i cambi e non-cambi ma rappresentava l'orgoglio fiorentino. Accettare le sfide impossibili, con la mentalità di poterle vincere. Nel calcio niente è impossibile, magari la Fiorentina potrà ricordare Alessandro con una grande vittoria".

I giocatori di Atalanta, Brescia, chi ha contratto il virus, i suoi compagni. Con che spirito tornano ad allenarsi?
"Tornerebbero subito. Quando torneranno a lavorare, perché è un lavoro anche se c'è divertimento e una fortuna sfacciata, faranno anche lo scatto in più in più. Non vedono l'ora di tornare in campo".

Si finirà questo campionato?
"C'è stata la direttiva UEFA, quindi penso che il campionato si finirà. Se inizieremo la fase 2 tra venti giorni possono iniziare con gli allenamenti e poi far tutto tra luglio e agosto".