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PRANDELLI, La mia Fiorentina più bella

di Redazione FV
Fonte: Tuttosport

Fino a qualche giorno fa si sentiva un’anima in pena. La prima estate senza la sua Manuela, un vuoto ancora troppo grande. Per fortuna i figli Niccolò e Carolina,gli amici,il golf l’hanno aiutato a staccarsi dai pensieri bui. Il resto lo stanno facendo la Fiorentina, la passione per il lavoro, l’affetto di Firenze. E quel calcio che ha sempre accompagnato la vita di Cesare Prandelli.Vissuto da giocatore (formidabili quegli anni nella Juve bonipertiana), poi da allenatore. In esclusiva per Tuttosport fa le carte alla stagione che verrà. Prandelli che sogna il botto con la Fiorentina, ma continua a volare basso esaltando la nuova Juve.

Attorno alla sua Fiorentina c’è molta attesa, si torna a parlare delle 5 “sorelle”.
«Piano, noi non abbiamo bisogno di nuove pressioni anche se veniamo da tre anni di buoni risultati e ci siamo rafforzati molto. Faremo tutti i conti tra marzo e aprile».

E’ una Fiorentina completa? Manca Burdisso?
«Se arriva Burdisso va bene ma per rispetto del mio gruppo non avanzo richieste».

E’ la sua Viola più bella?
«Sì, ma il campo dovrà dire se siamo anche bravi».

Chi c’è davanti?
«Le solite quattro».

La sua griglia di partenza.
«L’Inter resta la squadra da battere, poi la Juve che s’è rafforzata tanto e bene, la Roma che ha la sua forza nel gioco e il Milan sempre più brasiliano. Poi noi, Samp, Palermo, Napoli e Udinese».

Tra i suoi obiettivi c’è la panchina azzurra?
«Per l’amor del cielo no, sono abituato a fare progetti settimanali ».

Il sogno è il terzo scudetto?
«Io continuo a volare basso, però i sogni aiutano a vivere meglio».

I ricordi invece non sempre aiutano. Come ha vissuto la prima estate senza la sua Manuela?
«Ero un’anima in pena. Per fortuna ho avuto accanto i miei figli, ho ritrovato amici, sono stato a Milano Marittima da Consuelo e Meme, poi in Sardegna dal presidente del Parma a cui faccio mille auguri: insomma non mi sono fermato, non ho voluto fermarmi. Però avevo tanta voglia di ricominciare, di ritrovare la mia squadra».
E quel calcio che insieme ai figli continua a essere il suo mondo.