PRANDELLI, Poca integrazione fra vecchi e nuovi
Fonte: La Nazione
L'obiettivo immediato è fare risultato a Roma, dopodiché servirà una riflessione da parte di tutti. Lo ha detto Prandelli alla vigilia della sfida con la Lazio, preoccupato perché la nuova Fiorentina, quella rinforzata nel mercato estivo «non riesce a diventare squadra»; ed è talmente in difficoltà che lo stesso allenatore viola, pur sapendo che la Fiorentina ha grandi potenzialità, si vede costretto a confessare: «Neanche io so quanto valga questa squadra».
Stasera i viola affrontano la Lazio, che vorrà riscattare la pesante sconfitta di domenica scorsa, anche se Prandelli assicura che il risultato non è specchio della prestazione dei biancocelesti. «Del resto — spiega — il primo tempo è stato equilibrato; poi il Milan ha segnato due gol ed preso fiducia, ma la Lazio ha cercato la rete fino alla fine ed è, soprattutto, una squadra che non difende, ma costruisce sempre. Così farà anche contro di noi. Per non parlare di Zarate che salta sempre a saltare l’avversario, gioca a destra e a sinistra, vede la porta”. Ed ecco che Prandelli chiede ai suoi un continuo interagire fra reparti.
Chiede forza e velocità; personalità e coraggio: «Detta così sembra semplice — commenta il tecnico — ma non lo sarà». Fare risultato a Roma, dunque, per la classifica e per trovare serenità.
«MUSI LUNGHI per ora non ne ho visti», assicura Prandelli che anche stasera ricorrerà al turn over, ma certo è che - prosegue - «esiste un problema di integrazione fra vecchi e nuovi giocatori. Chi ha conquistato il proprio orticello ha paura di perderlo. Il calcio è competitività. Non c’è niente di acquisito. Serve personalità per reggere il confronto. E’ questo il nostro limite. E’ questo l’ostacolo da abbattere per diventare grandi. Chi avrà carattere sarà premiato. Chi non lo ha, avrà il muso lungo».
Neanche i 44 giorni di ritiro estivo sono serviti ad amalgamare il gruppo. La squadra non ha trovato il suo leader, colui che sapesse mediare fra le esigenze di tutti. E in tal senso Prandelli non cita i viola più rappresentativi: «Sono mancati persone come Liverani e Ujfalusi; in ritiro erano assenti anche Jorgensen e Montolivo. Per diventare grandi è necessario che i giocatori siano in sintonia. E che si stimino. Solo allora arriveranno continuità, risultati ed entusiasmo».