PRANDELLI, Secondo Mediaset pensa all'estero
Fonte: Sportmediaset.it
Anche un veterano del calcio come Cesare Prandelli si stupisce ancora che in Italia ci sia "gente che campa di polemiche rinfocolate all'infinito e che si discute sul nulla". L'allenatore viola ha affermato: "Si sbaglia sempre: se giochi bene non sei cinico, se sei concreto, manca lo spettacolo". Poi il rimpianto: "Quando i colleghi dall'estero mi raccontano che, finito il lavoro, fai una vita normale, mi vien voglia di provare".
Di questi temi e di molto altro ha parlato Prandelli in un'intervista concessa al settimana Famiglia Cristiana. E tra una dihiarazione e un'altra l'llenatore poi, rivela un suo sogno: "Due anni senza scudetti, promozioni e retrocessioni: giocare per il piacere di giocare, portando i bambini allo stadio. Sarebbe un modo provocatorio di riportare il calcio italiano a una cultura che sappia riconcentrarsi sul calcio giocato".
Prandelli non è abbastanza ingenuo da illudersi che gli daranno ascolto, ma è uno che sa stare al gioco e accetta lo scherzo di far campagna acquisti attraverso la storia. "Vorrei allenare un giovane Gianni Rivera, il mio idolo da ragazzino: prima che milanista ero riveriano. E poi Giampiero Boniperti, che ho avuto come presidente: un uomo straordinario, non solo a livello sportivo". Prandelli ha poi parole di elogio per la dirigenza della Fiorentina: "Lo stile di una squadra è nelle persone che la dirigono. L'attuale proprietà della Fiorentina ci facilita il lavoro. Mi piace il modo con cui si affrontano i problemi, con fermezza, buonsenso e voglia di ascoltare".
"A casa sto bene. Chi fa il mio lavoro è un privilegiato e io ne sono ben consapevole. Soltanto, continua a sembrarmi distorto il fatto che dopo una sconfitta non ho la libertà di fare una cosa qualsiasi, ma devo rintanarmi in casa a fare la buca nel divano, in attesa che passi la buriana. In Spagna, in Inghilterra, si parla per cinque minuti dopo la partita e ci si dà appuntamento la settimana successiva".