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PRANDELLI, Stasera un "ritorno al futuro"?

di Redazione FV
Fonte: Tuttosport

STASERA, come all’incirca un anno fa, Claudio Cesare Pran­delli (allenatore) torna con la Fiorentina in quella che fu la sua seconda casa, cioè casa-Ju­ve, il posto ove crebbe come gio­catore soltanto perché, pur es­sendo poco più d’un ragazzo, già si comportava da uomo. E uomo verticalissimo è diventa­to. Sono passati oltre vent’anni dal giorno del congedo ma per l’uomo-ragazzo di Orzinuovi quello mai è stato un addio.
Stasera Claudio Cesare Pran­delli torna nel posto dove per sei anni (dal 1979 al 1985) ha lavorato con sublime umiltà lottando da pari contro cam­pioni al servizio di tipi titanici, vincendo molto (tre scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Super­coppa d’Europa, una Coppa Italia), lasciando il segno in una scia di presenze (relativa­mente) ristretta: solo ottantano­ve. Nel suo caso quel poco non conta rispetto al molto che è stato profuso.
Questa sera Claudio Cesare Pandelli si dirigerà verso quel­la panchina (diversa, per ca­rità) che frequentò in quegli an­ni di trionfi più d’altri, però tanto suoi. Giovanni Trapatto­ni quel giovane d’impettita ele­ganza, così educato, sabuado nell’osservanza delle regole, se lo coccolava. Il vecchio marpio­ne aveva capito cosa celava di bello, quel ragazzo. Era la sua mano in campo, il tramite in panchina, il collante nello spo­gliatoio. Obbediente, così linea­re eppure versatile, difensore, li­bero, centrocampista: Claudio in panchina, Cesare in campo. Sodale di Gaetano Scirea, il suo capitano silenzioso lo educò al rispetto delle regole, crebbe bene. Questo è stato Claudio Cesare giocatore, l’al­ter ego dell’allenatore coerente che è diventato nel suo percor­so professionale, ovunque sia stato. Dentro, però, sempre profondamente juventino. Di più, bonipertiano. E stasera Claudio Cesare tornerà a casa, non figliol prodigo, ma predi­letto. All’incirca un anno fa, nei giorni del grande dolore, ri­trovò la voglia di sorridere commosso dalle manifestazio­ni d’affetto che la gente del “suo” Comunale gli tributò. Si dirigerà verso la panchina non più così scomoda, quella degli ospiti. Un anticipo di futuro, una porta schiusa sulla relati­vità del tempo. Ieri, oggi e do­mani: Juve-Fiorentina, anda­ta e ritorno. E l’altra panchina?