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SACCHI, Dovevo venire a Firenze. Italiano? Uno stratega

di Redazione FV
Fonte: Lady Radio

Mister Arrigo Sacchi si è così espresso sulla Serie A: "Trovo che in questo sport sia importantissimo dare emozioni. Il calcio è condizionato dalla cultura di un Paese, che nel nostro caso si sta perdendo. La partita Inter-Juventus non ha aiutato il pubblico ad andare allo stadio, nel secondo tempo non c'è stato un tiro in porta... Fare squadra in questo Paese è difficilissimo. Io volevo dei collettivi intelligenti per crescere insieme: per me una vittoria senza merito non è una vittoria". 

Oggi ci si preoccupa più dell'avversario che del proprio gioco?
"E' sempre stato così... Siamo dei codardi, in Italia prevale l'invidia e si pensa che la furbizia sia un favore quando invece si è già nella disonestà. Siamo individualisti... Adesso succede che ci sono cinque/sei allenatori strateghi. Penso a Sarri, Spalletti, Gasperini. Dopodiché ci sono i tattici, che cercano di sfruttare l'errore dell'avversario ma creano poco. Anche a Firenze avete uno stratega. E, a proposito, vorrei dire un'altra cosa".

Prego.
"Io dovevo venire alla Fiorentina. Feci un anno allenando le giovanili viola, la stagione dopo andai al Rimini e poi al Parma. Andai a parlare col presidente, dovevo firmare il venerdì, ma il giovedì notte mi chiamò Berlusconi...".

La Fiorentina la segue volentieri?
"Sì, seguivo già Italiano a La Spezia. Credo che i viola stiano facendo bene, anche se hanno qualche difficoltà nelle conclusioni. Anche il Bologna ha un allenatore stratega, le piccole oggi non fanno più il catenaccio ma giocano. Pensate che il Sassuolo ha fatto più punti con Inter e Milan...".