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SAPONARA, Adesso basta errori. Sottil finalmente...

di Redazione FV

Riccardo Saponara, attaccante della Fiorentina, ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali del club durante il Fiorentina Weekly, format settimanale di interviste. Queste le sue dichiarazioni: "Parto facendo i complimenti a Sottil che dopo 10 anni finalmente ha preso la patente e quindi era doveroso fargli i complimenti dopo che l'ho portato in giro per un anno".

Ieri un risultato storico per la Primavera.
"Grandi complimenti ad Alberto, ai ragazzi che hanno dimostrato quello che fanno vedere anche a noi durante gli allenamenti. Sono ragazzi già preparati tatticamente e quando vengono con noi sono pronti per starci. Questi trofei ne sono l'esempio, mi auguro che possano continuare. Sono un po' invidioso perché in Primavera le ho perse tutte le finali".

Il suo ricordo più bello di quel periodo con la Primavera?
"Si instaura sempre un gran rapporto con i compagni perché si è tutti coetanei. C'è questa piccola amarezza di non aver vinto nulla, ma con l'Empoli facemmo un'annata splendida".

Quanto è importante per un giovane allenarsi con i grandi?
"Io non avevo l'opportunità di allenarmi in Prima Squadra spesso perché c'era un esubero di giocatori, mentre quest'anno qualcuno lo ha fatto e va a loro vantaggio. Credo che più sono gli allenamenti e più facile è per loro crescere, assaporare il clima della Prima Squadra, fare allenamenti più intensi sotto il punto di vista fisico ed avere un po' di pressione in più, vivere quel clima partita perché poi le gare pesano un po' di più. Quella è la cosa che li aiuta a crescere".

C'è soddisfazione per i ragazzi della Primavera a sapere di essere arruolati in Prima Squadra?
"Penso di sì, perché significa che sono un pelo più avanti rispetto agli altri ed è anche uno stimolo perché hanno l'opportunità di far intravedere anche a noi le loro qualità. Il mister ha dimostrato di dare possibilità a chi le merita".

Come mai questo calo della Fiorentina?
"Non c'è molto da spiegare, in quanto abbiamo fornito le solite prestazioni. Credo che contro la Juventus  la partita sia stata condizionata dal risultato dell'andata che ci ha costretto a giocare più sfrontati, trovandoci impreparati in qualche contropiede, mentre con un risultato diverso all'andata saremmo stati più equilibrati. In casa ha inciso la sfortuna, però abbiamo avuto tante occasioni e se non le sfrutti contro la Juventus, che ha una difesa solida, poi vieni punito. Non uscire con dei gol in saccoccia dal Franchi è stata una grossa penalità in vista del ritorno. Contro Salernitana e Udinese erano due gare fondamentali e sono quelle per cui ho più amarezza perché, non dico fossero vittorie obbligatorie, ma ci aspettavamo di fare punti e ci siamo ritrovati con due ko. Ora siamo costretti a vincerle tutte e 3, cosa che comunque abbiamo nelle corde, ma non possiamo più sbagliare".

Come vive un atleta questi momenti?
"Penso che l'equilibrio e la serenità siano fondamentali per poter giocare le partite come meglio sappiamo. Farsi influenzare dall'eccessiva pressione o importanza della partita rischia di farci sbagliare, di essere poco lucidi sul campo e invece lavoriamo tutta la settimana per poter portare in campo il nostro gioco, indipendentemente dall'avversario e dall'importanza della gara. Questa credo sia la differenza tra chi vince le partite importanti e chi no".

Dopo le partite non siete contenti.
"Da fuori forse pensano che per noi vincere o perdere sia indifferente, ma è clamorosamente sbagliato. Viviamo la nostra vita, le giornate e le settimane in base alla partita, a quei 90' e rischi di buttare via il lavoro di una settimana, di una stagione... Le ultime gare sono state mazzate ed è ora che si dovrà vedere la forza di ritrovare subito quella lucidità, quella serenità per poter vincere. Portarsi dietro le scorie di una delusione rischia di farti giocare con meno lucidità e con meno intelligenza".

Le sconfitte vanno superate velocemente.
"A volte si tende a pensare che una reazione positiva immediata dopo un ko sia quasi da giocatore superficiale, ma è proprio lì che sta la differenza, nel meno tempo possibile per ritrovare lucidità e serenità. Più passa il tempo con gli strascichi addosso e più rischi che la partita dopo sia influenzata".

Da dove deve ripartire la Fiorentina?
"Abbiamo la nostra settimana tipo di allenamenti e abbiamo l'occasione di preparare al meglio questa partita. Credo che il mister già da ieri e anche oggi abbia iniziato a martellare sui suoi concetti di gioco. E' chiaro che più ritroviamo il fatto di essere pimpanti, la nostra spregiudicatezza... Abbiamo bisogno del supporto dei tifosi e tutti questi aspetti insieme ci possono permettere di fare una buona partita".

Quest'anno sta facendo una buona stagione.
"Sono molto soddisfatto della mia stagione. Onestamente a inizio anno non credevo di poter avere tutte queste occasioni per poter giocare ed aiutare la squadra, sento di aver dato il mio contributo sia in campo che fuori e questo mi rende orgoglioso. Sarebbe un peccato finire quest'annata senza nulla nel sacco, quindi ci proveremo fino alla fine perché è nelle nostre corde".

Il fallo che ha subito a Salerno non è casuale. Che ne pensa?
"Partendo dal mister, che non fa mai cambi a caso e riesce comunque a mantenere grande lucidità anche all'interno del contesto dei 90'. Mi sento molto responsabile quando mi chiama in causa perché so quanta fiducia ha in me e do sempre il massimo per poterla ripagare. Poi è chiaro che giocatori con un pelo in più di esperienza sono chiamati a dare qualcosa in più per sé e per chi hanno intorno. E' il mio compito e di chi mi sta intorno, sarà il nostro compito".

Entrare a partita in corso è difficile?
"Essere titolare o entrare a gara in corso sono due cose completamente diverse, due approcci diversi. Ogni volta che entro in campo mi chiede di entrare come a Genova e io gli dico che è il mio più grande desiderio, che ci provo... A Salerno ero molto contento dopo il gol, poi è andata come è andata".

Se le chiede così, forse sa che può ricevere determinate risposte.
"Credo che sia una pretesa che provenga dalla sua stima in me".

Che cosa fa per aiutare i nuovi compagni?
"In realtà ho notato che basta poco per dare un piccolo benvenuto a un compagno, farlo sentire da subito parte integrande. Porto l'esempio di Maleh che è venuto lui il primo giorno, dicendomi che avevamo una amicizia in comune e poi, dopo un po' scambi di battute, da cosa è nata cosa. Oppure con Ikoné dove i primi giorni non sapeva dove andare a mangiare e mi sono fatto avanti per poter dargli un consiglio. Non sono uno che fa le paternali, una battuta, un abbraccio... Mi piace il contatto fisico, basta un gesto a volte".

Quanto si sente addosso la maglia della Fiorentina?
"Ora più che mai perché mi è entrata nel cuore fin da subito, un po' per la sua storia, un po' per l'entusiasmo che si vive in questa piazza e un po' per la bellezza della città che ho sempre apprezzato tantissimo. E' una città comunque perfetta per me perché ha un sacco di cose a offrire, non è troppo grande, mi ha dato l'opportunità di conoscere tante persone e oggi mi sento a casa".

Siete arrabbiati dopo queste sconfitte?
"Arrabbiati e abbattuti, ma con lo spirito giusto, ovvero con quello per riprendersi già dalla prossima partita quello che abbiamo lasciato per strada".

Quanto è importante pensare positivo nel calcio e nella vita per lasciarsi alle spalle le cose brutte?
"Importantissimo. Credo che dopo le sconfitte riuscire a fare lo switch rapidamente, tornando ad avere un pensiero positivo e a non farsi abbattere da una sconfitta sia la cosa fondamentale per poter non perdere il passo".

Cos'è veramente importante per ottenere risultati?
"Credo che Firenze sia esigente al punto giusto, è una città che ha sempre vissuto di bel calcio, son passati giocatori di qualità ed è giusto ci siano aspettative alte. Noi le percepiamo e ci riempie di responsabilità positiva, ma è chiaro che viene esaltata ancora di più la critica e la pressione nei momenti negativi. A questi livelli dobbiamo farci l'abitudine e dimostreremo di avere le spalle larghe".

Come si ferma la Roma?
"Non sarà facile perché durante la stagione hanno preso sempre più consapevolezza, trovando un gioco sempre più fluido, ha cambiato moduli, assestandosi con quello attuale, che ha permesso loro di avere una continuità di risultati davvero importanti. Hanno un allenatore con un'esperienza incredibile, affrontarlo è uno stimolo per tutti noi. Dovremo sfruttare il piccolo vantaggio di avere una settimana a disposizione, mentre loro giocano stasera, ma dipenderà da noi. Se proponiamo la miglior Fiorentina avremo delle occasioni, sennò sarà veramente difficile perché la Roma è una squadra davvero tosta".

Avete bisogno del sostegno dei tifosi.
"Direi che il nostro appello è quello di avere più gente allo stadio possibile perché percepiamo il calore del pubblico, quando la curva canta e sarà una partita dove avremo bisogno di qualsiasi persona attorno a noi che porti la propria energia e infuochi lo stadio. Potrebbe essere davvero una bellissima serata come ne abbiamo vissute già in questa stagione".

Sarebbe più bello se ci fossero vincitori diversi nel calcio come nell'NBA.
"Sarebbe più emozionante per lo spettacolo e lo dimostra il fatto che quest'anno è molto più avvincente per ogni traguardo. Penso che incrementi l'interesse questo. Non so se si possa mai arrivare nel calcio al format dell'NBA, ma sarebbe più stimolante per chi ci segue da casa".