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STADI SENZA BARRIERE, La lezione di Firenze

di Redazione FV
Fonte: Panorama

L’occasione era di quelle che mettono i brividi: ieri sera il Liverpool a Firenze, gara di Champions League. Serata di gala e di trionfo non solo per la Fiorentina di Prandelli (vittoria per 2 a 0 sui “reds”, con doppietta di Jovetic), ma per tutta la città: allo stadio Artemio Franchi infatti i 2500 tifosi inglesi sono stati ricevuti senza le barriere divisorie. Venticinque anni dopo la tragedia dell’Heysel, quando proprio le cariche dei tifosi del Liverpool causarono la morte di 39 juventini.

La società dei fratelli Della Valle ha proseguito con coraggio la politica dello “stadio aperto” inaugurata dieci giorni fa con la Sampdoria: nessuna “gabbia” per gli ospiti, anche in Europa. Una scelta resa possibile con l’accordo del questore Francesco Tagliente, non a caso già presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, uno dei maggiori esperti del tema in Italia. In attesa di poter eliminare anche le barriere tra pubblico e campo da gioco, come avviene negli stadi di Inghilterra, Spagna, Francia e Germania.

Paesi che vivono il calcio con la stessa passionalità degli italiani ma che hanno limitato molto meglio (non risolto del tutto, ma quasi) la violenza negli stadi. Che così possono diventare luoghi per famiglie e bambini, anche nelle curve più calde. L’auspicio è che la direzione del futuro sia quella, anche per gli altri: il nuovo stadio della Juve non avrà le barriere tra tifosi, quello dell’Udinese già da tempo le ha dismesse e si studia il progetto per costruire le gradinate più vicino al campo, “all’inglese”.

Ovvio, da sola la misura della distruzione delle “gabbie” serve a poco, anzi rischia di essere un pericolo per i giocatori (in particolare i portieri che già adesso in alcune partite dovrebbero munirsi di ombrello). Va abbinata alla distruzione di altre barriere, quelle mentali che impediscono ad alcuni gruppi di trogloditi organizzati di comportarsi civilmente.

Per questo serve un maggiore controllo sui gruppi Ultras (la tessera del tifoso può rivelarsi utile, ma solo se ha l’appoggio delle società, come ha richiesto il ministro Roberto Maroni) e una presenza più capillare degli steward, che devono arrivare a sostituire le forze dell’ordine (privando così le curve di uno dei loro bersagli preferiti), come già accade dalla scorsa stagione ad esempio a Empoli. Ma intanto i segnali di civiltà che arrivano da Firenze fanno solo sperare bene.