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180' E TANTE INCOGNITE

di Andrea Giannattasio

Il fallo su Dalbert che a Marassi permette alla Fiorentina di segnalare la sua presenza nel secondo tempo di un match a tratti vissuto sottoforma di pungiball è solo un timido episodio che non evita alla squadra di Montella il secondo kappaò consecutivo in questo avvio di campionato. Quasi una maledizione quella dell’Aeroplanino, che in una Lega nazionale continua a non vincere dal 3 marzo 2018, quando sedeva sulla panchina del Siviglia e batté per 2-0 l’Athletic Bilbao. Da allora il bilancio, tra Liga e Serie A, parla di undici sconfitte (compresa quella di ieri a Genova) e cinque pareggi. E il calendario, passata la sosta, non aiuta. Ma prima di pensare alla Juventus ci sono i 90’ del Ferraris.

Una partita vissuta in maniera troppo timida dalla Fiorentina, che al di là di un diagonale di Chiesa viene subito schiacciata nella sua metà campo e - incassato il gol di Zapata - si mostra incapace di reagire. La difesa, con Ranieri bloccato e Lirola formato-Biraghi (palla quasi sempre sul petto/schiena dell’avversario), inizia a imbarcare acqua e solo Dragowski tra fine primo tempo e inizio ripresa tenta di evitare il peggio, fino a quando Kouamé con una prateria davanti sigla il raddoppio, smorzato poi dal secondo gol stagionale di Pulgar poco dopo.

La sconfitta di Genova, oltre ad un triste 16° posto provvisorio (lo stesso con cui i viola hanno ultimato lo scorso campionato), si porta dunque in dote tanti punti interrogativi. Da una tenuta del centrocampo troppo molle che è stata poi “esaltata” dal cambio Badelj-Dalbert, passando per una difesa che oggi ha rischiato un’altra figuraccia (sulle palle alte nel primo tempo è stato un massacro) fino a un attacco che per larghissimi tratti di gara non è riuscito a pungere (perché l’ingresso di Vlahovic e Ribery solo nel finale? E poi: è questo il Chiesa che ci dobbiamo attendere per tutta la stagione, palo a parte?).

Montella nel post gara ha evidenziato la mancanza di equilibrio della sua squadra nel corso della gara: un aspetto (certificato nel secondo tempo col Napoli e per 70’ ieri) sul quale l’allenatore - al netto degli ultimi colpi di mercato, Pedro a parte - sarà chiamato a lavorare nel corso delle prossime due settimane, quando poi al Franchi arriveranno i campioni d’Italia e l’obiettivo primario sarà iniziare a smuovere la classifica, sotto gli occhi di Commisso. Perché poi il tritacarne della Serie A mette in palio anche la trasferta di Parma contro l’Atalanta. E perseverare sarebbe diabolico.