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300 GIORNI DOPO: COSA RIMANE ALLA FINE DEL VIAGGIO?

di Alessandro Di Nardo

60 partite, 28 vittorie, due finali e più di 14mila chilometri macinati in giro per l'Europa. La stagione della Fiorentina si è conclusa con l'amarissimo calice della sconfitta all'ultimo atto della Conference League e la seconda finale persa nel giro di due settimane. Una stagione "da record" solo per il numero di partite giocate, mai così tante. La bacheca rimane però polverosa, intonsa da ventidue anni, con l'impressione che per vincere serva qualcos'altro. C'era andata vicina, vicinissima la squadra di Vincenzo Italiano, il primo, viste le parole pronunciate nel post partita ad essere consapevole della necessità di alzare ancora l'asticella, un messaggio diretto alla società che è il preludio a settimane di confronti e riflessioni sul futuro.

Il viaggio  si conclude nella maniera più crudele, sul piattone di Bowen al minuto 89: è lui il boia dei sogni viola. Di questa maratona iniziata il 14 agosto, dei 298 giorni che intercorrono tra la prima stagionale con la Cremonese e la maledetta finale di ieri  rimarrà questo triste titolo di coda, rimarranno i due rimpianti "capitali" di Roma e Praga, le occasioni fallite da Luka Jovic contro l'Inter ed il mancino scappato fuori di un palmo di mano di Mandragora contro il West Ham. Rimane una ferita aperta che continuerà a sanguinare per un bel pò, rimangono però anche tanti bei momenti, la serata di Enschede, la notte di Basilea, la risalita in campionato e l'unità di un gruppo che nelle due cocenti delusioni sembra essersi compattato ancora di più. Rimangono, alla fine, soprattutto sensazioni, sentimenti intangibili a differenza di un trofeo, ma comunque significativi: l'amore incondizionato di un popolo che in primavera è tornato a riscoprirsi orgoglioso, a sognare e a riempire piazze, locali e soprattutto due stadi contemporaneamente, a più di mille chilometri di distanza. Rimane una festa interrotta, una torta senza ciliegina, un'opera d'arte incompiuta, ma anche il desiderio di rivivere al più presto serate come quella appena passata, con la speranza che la ruota giri per vivere risvegli migliori.