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3308 GIORNI DOPO: APPUNTAMENTO CON LA STORIA

di Alessandro Di Nardo

3 maggio 2014, stadio Olimpico: 84' minuto di Fiorentina-Napoli, finale di Coppa Italia. Alessandro Matri riceve sulla trequarti un lancio di Borja Valero, la mette giù di petto eludendo l'intervento di un difensore azzurro ed imbuca per Josip Ilicic; lo sloveno si trova in piena area, a tu per tu con Reina, si sposta il pallone sul mancino e colpisce con un tocco sotto morbido, che finisce però fuori di mezzo metro. Sarebbe stato il gol del 2-2 per la Viola, che avrebbe giocato i restanti minuti di gara e probabili supplementari in undici contro dieci per l'espulsione del centrocampista azzurro Gokan Inler. Quell'azione, quel sinistro di Ilicic rimane uno dei più grandi "what if" della storia recente della Fiorentina che, da allora, in questi nove anni non è mai stata più così vicina a sollevare un trofeo.

Sono passati 3821 giorni da quella serata dell'Olimpico, una pagina intrisa di lacrime non solo per i tifosi viola, che in questi anni hanno più volte rievocato quel maledetto mancino di Ilicic come spartiacque di quelli che furono poi gli ultimi anni del ciclo Della Valle: quel 3 maggio e quel Fiorentina-Napoli saranno per sempre ricordati anche per quanto successo fuori dal rettangolo verde, sugli spalti e fuori dallo stadio, con il dramma dell'omicidio di un tifoso napoletano in alcuni scontri nel pre-partita tra la tifoseria azzurra ed alcuni ultras della Roma e, successivamente, un intero paese ed una Federazione ostaggi del famigerato Genny a Carogna. Per il contesto in cui si giocò quella finale poi vinta dal Napoli di Benitez per 3-1, il ricordo nel cuore dei tifosi viola è tutt'altro che sbiadito; è infatti rimasto pulsante nella mente di una generazione che non ha mai visto sollevare un trofeo alla Fiorentina.

Una coppa a Firenze manca infatti da 22 anni-era sempre una Coppa Italia- a più di nove anni da quel famigerato Fiorentina-Napoli, la squadra guidata adesso da Italiano ha un altro appuntamento con la storia. Biraghi e compagni si sono guadagnati sul campo, anche grazie ad un percorso decisamente facilitato dagli inciampi di altre big, una gara che per molti di loro, alla prima finale, può essere considerata la partita della carriera. Nella serata densa di emozioni del Franchi, la storicità del momento si è iniziata a percepire attorno all'80', quando tutta la Fiesole ha iniziato ad invocare la finale. Finale è stata, al termine di una partita dalle emozioni vibranti solo per per quelli di fede viola, mentre per il resto dell'Italia i novantacinque minuti del Franchi hanno avuto prettamente l'effetto narcolettico. Senza brillare, con un tiro in porta ed una manciata di palle gol sporche, ma solamente gestendo il vantaggio dell'andata contro un avversario facilmente ammansito, la Fiorentina ha comunque centrato l'obiettivo.

Mai uno scialbo 0-0 in casa contro una piccola è stato e sarà così dolce per i fiorentini. Nelle coppe finora è girato tutto alla perfezione per la squadra di Italiano. Adesso però, dopo un'autostrada per l'Olimpico (battute nell'ordine Sampdoria, Torino e Cremonese) l'asticella si impenna: ad aspettare la Viola nell'ultimo atto c'è l'Inter del re di coppe Simone Inzaghi. La data da cerchiare in rosso per più di una generazione di tifosi è quella del 24 maggio prossimo, quando a 3308 giorni di distanza da quella galeotta sconfitta col Napoli, la Fiorentina ha la possibilità di "vendicare" quella notte del maggio 2014 e "cancellare" quel quasi-gol di Ilicic.