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4 INDIZI

di Tommaso Loreto

Non avrebbe senso drammatizzare più di tanto un k.o., quello di Nicosia, che complica ma non pregiudica già di tanto il cammino dei viola in Europa, ma certamente la gara con l’Apoel ha confermato incertezze e leggerezze che la Fiorentina aveva già palesato nel recente passato. In particolare sembra proprio che sia in Conference League che la squadra di Palladino perda quel pragmatismo che oggi l’ha spinta fino al terzo posto in classifica e d’altronde sono il poker di avversarie fin qui affrontate che certificano una versione più oscura dei viola quando si scende in campo il giovedì sera.

Quattro indizi - Così se contro i volenterosi ungheresi dell’Akademia Puskas era stata soprattutto una versione troppo embrionale della squadra a consentire ai magiari di allungare la sfida fino ai rigori del match di ritorno (nella quale per intendersi il riferimento principale in mezzo al campo era il partente Amrabat) l’ora di sofferenza con i gallesi del New Saints e il primo di tempo di San Gallo erano parsi ulteriori campanelli d’allarme.

Primi tempi e approcci da rivedere - In particolare sono le prime frazioni di gioco a raccontare di un approccio alle gare europee quasi mai paragonabile a quanto visto in campionato. Due reti incassate col Puskas, uno scialbo 0-0 coi New Saints, lo svantaggio di misura a San Gallo e infine l’uno-due firmato Donis-Abagna a Cipro, tutte prime frazioni di gioco alle quale Palladino ha risposto con sostituzioni che hanno funzionato fino a quest’ultima tappa, nella quale in assenza di Kean i viola non sono riusciti a ribaltare il risultato.

Atteggiamento e qualità - Come detto l’ultima sconfitta non può cancellare la crescita esponenziale del gruppo, ma al tempo stesso evidenzia il divario tra chi è arrivato nel corso dell’ultimo mercato e chi, invece, veste il viola da più tempo. Vien da pensare che Palladino si trovi alle prese con le identiche difficoltà che toccarono a Italiano comunque capace di portare questo gruppo a giocarsi tre finali, ma resta il fatto che in assenza del giusto atteggiamento (mancato, stavolta sì, per oltre 60 minuti a Nicosia) la qualità di chi si sta giocando la Conference non pare sufficiente per ipotecare fin da ora il passaggio al prossimo turno senza il fastidio di doversi giocare un altro paio di sfide a gennaio.