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A FIRENZE È CAMBIATA L'ARIA, ALLA FACCIA DI ALCUNI NOSTRI EX

di Sonia Anichini

E vissero tutti felici e contenti…è la considerazione che mi viene più spontanea fare per commentare le parole di un nostro ex. Di solito è il finale delle storie che si raccontano ai bambini ma io lo uso come incipit per parlare di come il calcio possa in fondo essere anche una terapia per “curare” i malesseri di alcuni giocatori. “A Lens siamo una famiglia, ho ritrovato la gioia”, così si è espresso Nzola sulla sua nuova avventura in terra francese e sono contenta per lui perché anche noi abbiamo (ri)trovato l’emozione di avere un attaccante vero e prolifico o meglio due perché Kean e Gudmundsson ci stanno facendo sognare cosa che, non ce ne voglia il buon M’Bala, non era successo con lui. Quindi, quale migliore situazione che una che appaga tutti?

Capisco che quando ti presenti e giochi in una nuova società devi usare i termini giusti che ti facciano vivere bene nella nuova realtà, è logico, come Gonzalez che all’arrivo alla Juventus sbandiera di avere “realizzato un sogno” e di essere andato lì per vincere. Poi però si ferma per infortunio, come spesso accadeva anche a Firenze, e il popolo bianconero già mugugna. Che ci vuoi fare, cose che capitano, ma meglio agli altri direi, qui abbiamo già dato.

Ma se sono contenta che chi va via dalla Fiorentina si realizzi (non per tutti la penso così, però), sono ancora più contenta quando chi arriva a Firenze trova nuova linfa e vitalità indossando la nostra maglia. Sono cose che scrivo attingendo a tutti gli amuleti a disposizione, ma quanto ci gasano Kean, Gud, De Gea ma anche Adli e Bove? Ho citato alcuni dei protagonisti principali della vittoria di domenica contro il Milan e sono onesta nell’ammettere che su alcuni di loro riponevo dello scetticismo, per il quale ho fatto ammenda, e mi auguro che i ragazzi non mi smentiscano d’ora in avanti.

Spesso siamo portati a pensare che l’aria di Firenze non faccia bene ai calciatori, che chi parte trova spesso la sua dimensione e realizzazione altrove, ma questo campionato sembra smentire, era l’ora, questo trend catastrofista per darci dei ragazzi che proprio in riva all’Arno, o meglio sul terreno del Viola Park, stanno ritrovando la condizione ottimale. De Gea, fermo da un anno, è un gigante nella nostra porta e, nonostante i suoi 33 anni, non pare avere accusato l’inattività, anzi è arrivato e si è preso definitivamente il ruolo di titolare.

Lo stesso dicasi di Kean e del suo recente passato privo di gol che invece ha iniziato subito a fare sotto la direzione di Palladino. Per tornare a Nzola…non c’è paragone. Gli stessi timori che avevamo su Adli, Bove e pure Cataldi perché vale sempre il motto “se fossero buoni li darebbero a noi”. Devo dire che spesso mi associo a questo pensiero filosofico, ma sono anche cosciente del fatto che alcuni calciatori possano non rientrare negli schemi, nei programmi dei loro tecnici e non essere quindi dei “brodi” ma solo degli esuberi.

Poi c’è Gudmumdsson che fa storia a se proprio per la storia (scusate il gioco di parole) giudiziaria che proprio oggi dovrebbe dare un suo primo verdetto. Spero che la giustizia faccia il suo corso, ma non riesco a capire come potrebbe reagire l’islandese ad un verdetto di colpevolezza. Ci sarà l’appello, ma emotivamente potrebbe influire sul suo rendimento? Il ragazzo mi pare abbastanza glaciale, come la sua terra, ma speriamo non ci siano complicazioni.

Intanto per fortuna, lo so che è brutto dirlo, i calciatori lontani con le nazionali sono pochi e Palladino avrà modo di recuperare gli acciaccati e lavorare col gruppo per continuare a plasmare la sua Fiorentina che deve assomigliare il più possibile a quella vittoriosa contro i rossoneri.

La Signora in viola