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A METÀ DELL'OPERA

di Tommaso Loreto

Nona vittoria di fila, un altro clean sheet (il quinto nelle ultime sei gare, il settimo nelle ultime undici) con l’ultima sconfitta che risale alla trasferta di Torino contro la Juventus e un unico pareggio con l’Empoli. Si dirà che tolte Milan e Inter le avversarie affrontate negli ultimi 2 mesi dalla Fiorentina non erano delle più complicate, ma l’inversione di rotta del gruppo di Italiano è notevole e soprattutto rappresenta un grande patrimonio di fiducia in vista dei prossimi, importanti, impegni.

Così anche riuscire a confermare i favori del pronostico a Cremona diventa testimonianza della personalità da squadra vera che la Fiorentina ha saputo ribadire, pur in una serata in cui sulle corsie esterne qualcosa non ha funzionato alla perfezione. Se Ikonè e Gonzalez non incidono troppo (ma l’argentino ha il merito di restare freddo dal dischetto) è l’impianto generale di gioco che funziona, tanto che per Cabral essere riferimento offensivo è sempre più semplice.

Il brasiliano è il protagonista del 2-0 che aumenta le speranze di centrare la finalissima di Roma, con un gol e con un rigore procurato in un secondo tempo in cui la Fiorentina non affonda ma gestisce pur ringraziando (di nuovo) la reattività di Terracciano sempre presente quando c’è da intervenire. Attaccante e portiere di una squadra che in mezzo al campo ha trovato nuovo equilibrio, che in difesa ha alzato un muro evidente e che soprattutto adesso è a un passo dalla finale di coppa Italia ritrovandosi, dopo 90 minuti, a metà dell'opera.