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A MOENA PARTE IL NUOVO CORSO DELLA DIFESA

di Andrea Giannattasio

Un difesa che difenda bene. Si è presentato con questo assunto quantomai particolare Vincenzo Italiano, che fin dai primi giorni di Moena (sia nella partitella della giornata di ieri che nella seduta tattica di oggi) ha scelto di imprimere subito il suo marchio di fabbrica. Ovvero la linea a quattro, dogma sul quale il tecnico ha sempre creduto fin dalle sue prime avventure in panchina e che ha scelto di trasferire con convinzione anche a Firenze. E questo sia con il materiale tecnico a disposizione oggi in Val di Fassa che al netto degli innesti che arriveranno dal mercato.

Impresa non facile visto che la Fiorentina, fin dagli albori dell’era Commisso, è stata abituata a giocare con la retroguardia a tre e che gran parte delle faticose salvezze ottenute nelle ultime due stagioni è passata - oltre che dalla recente espulsione di Vlahovic - proprio dalla solidità del terzetto formato da Milenkovic, Pezzella e Caceres. Il primo a sperimentarla (lì per lì con ottimi risultati) era stato Montella, che dopo un inizio difficoltoso con il 4-3-3 (ko nelle prime due di campionato con Napoli e Genoa) scelse di dare maggiore corpo al pacchetto arretrato, trovando poi più di un problema nel corso della stagione.

Ad esaltare il terzetto difensivo era stato poi Iachini, che dopo il lockdown ottenne il miglior rendimento arretrato di tutta la Serie A salvo poi incappare in severe difficoltà nella scorsa annata, dove le carte in tavola erano improvvisamente cambiate. L’ultimo in ordine di tempo a testare la linea a quattro era stato Cesare Prandelli che però - anche in virtù di alcune richieste specifiche da parte della squadra, a fronte di prestazioni e risultati negativi e una insicurezza gererale - optò per una terapia conservativa e proseguì nel solco del 3-5-2. A Moena, dunque, parte un corso nuovo che non ammetterà passi indietro.