ABBIAMO GIÀ DATO...
A prima vista può sembrare un metter le mani avanti. Noi, invece, propendiamo per il tentativo di esorcizzare l'ennesimo sopruso arbitrale. In assoluto, è la risposta (ironica, pungente, secondo costume di noi fiorentini) alle esternazioni di Lotito. Il presidente biancoceleste, infatti, si è mostrato infastidito e preoccupato dalle proteste viola dopo i fatti di Chievo, e addirittura accusa la Fiorentina di voler in questo modo condizionare le partite. Caro presidente, si tranquillizzi... è esattamente il contrario. Alla Fiorentina le partite le condizionano gli altri, e quello che successe il 4 ottobre 2009 ne è la dimostrazione lampante. Per questo titoliamo: "Abbiamo già dato...", nella speranza di aver esaurito (almeno con la Lazio) il "debito" con l'ingiustizia.
Ma andiamo con ordine. Se pochi giorni fa è stato Guida di Torre Annunziata ad abbattersi sulla Fiorentina, allora ci pensò un certo signor Brighi di Cesena. Cambiano le latitudini, cambiano le casacche (nera per Guida, gialla per Brighi) ma, ahimè, non cambia il risultato. No, non quello numerico (anche allora la Fiorentina pareggiò, seppur per 0-0), bensì il conto dei torti arbitrali. Anzi, quella volta la Fiorentina un gol valido l'aveva pure fatto. Valido per tutti, ma non per Brighi. Non per i segnalinee, non per il 4° uomo... non per il palazzo del calcio. Stiamo parlando di un Fiorentina-Lazio datato 4-10-2009, per la 7° giornata di campionato. I viola di Prandelli arrivano da un periodo a dir poco fortunato: si parte undici giorni prima dal 2-0 casalingo contro la Sampdoria (Jovetic e Gilardino i marcatori). Poi la vittoria esterna di Livorno (1-0, rigore di Jo-Jo), fino alla sublimazione del 2-0 di Champions League contro il Liverpool (ancora doppietta del montenegrino). Era il 29 settembre, ed i brividi a pelle ci fanno ancora compagnia. Fiorentina, quindi, contro la Lazio di Ballardini per confermarsi, per continuare quel processo di crescita che si acquisisce solo attraverso la continuità. Prandelli conferma l'undici che 6 giorni prima aveva sgretolato i "Reds", con l'unica eccezione di Kroldrup al posto di Dainelli. Recupera Gilardino, inizialmente in panchina (il gila era febbricitante), assente in Champions League per l'espulsione rimediata a Lione. Sta bene anche la Lazio, vittoriosa sul Levski Sofia per 4-0 in Europa League, che può contare sulla coppia tutta velocità Rocchi-Zarate.
Cronaca: parte meglio la squadra romana con Foggia e Rocchi, risponde la Fiorentina con Montolivo e Jovetic... para Muslera. Tra i viola svettano Vargas e Marchionni, mentre Cristiano Zanetti spreca il vantaggio in chiusura di tempo. La partita si decide (o meglio, si deciderebbe...) a metà ripresa: al 69' Foggia manda alto un rigore in movimento, pochi minuti dopo lo stesso fantasista si vede parare da Frey un sinistro velenoso, fino all'ingresso trionfale del signor Brighi di Cesena. Badate bene, la sua tattica è diversa da quella di Guida: a lui basta un solo episodio per essere tramandato ai posteri, differentemente dall'arbitro campano che ha preferito spalmare la sua dabbenaggine su tutti i 90'. Mancano 10 minuti alla fine, ed il protagonista è Gilardino che ha da poco rilevato Mutu: lancio di Comotto sulla destra, il gila si avventa sul pallone, evita Muslera in uscita e calcia verso la porta sguarnita. Radu, che aveva perso l'attaccante viola in marcatura, rimedia correndo verso la sfera che sta per rotolare in rete... e respinge. Ben oltre la linea. Sarebbe l'1-0, probabilmente vorrebbe dire vittoria finale (la terza consecutiva in campionato, la quarta compresa la Champions), la giusta conclusione di una partita condotta costantemente dalla Fiorentina. Ma niente da fare. Gilardino si dispera, indica con le mani i 30 centimetri che si traducono in gol sicuro, addita l'arbitro che nel frattempo "rincula" e guadagna il centrocampo. E' di poche ore la decisione della Fifa di dotarsi della tecnologia per individuare i "gol fantasma". Meglio tardi che mai, e approfittiamo dell'occasione per avvertire Lotito: si legga quest'articolo, si guardi le immagini a corredo dello stesso, e vedrà qual'è il modo per condizionare le partite.
P.S - Per motivi di spazio ed opportunità ci fermiamo a questa partita. Forse, però, varrebbe la pena di ricordare anche il Fiorentina-Lazio 2-3 del 9 gennaio 2005. Arbitro (nientepopòdimenochè...) Rizzoli di Bologna. Gol di Di Canio in fuorigioco chilometrico (degno di Klose, a proposito...) entrata assassina di Dabò su Maresca a centrocampo, ignorata colpevolmente dall'arbitro. Infine, rigore plateale su Valdes a metà ripresa che poteva significare il 2-2. Era l'anno dei "cattivi pensieri", serve aggiungere altro?