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ABBONAMENTI, Vivere è un atto di fede nello sbattimento

di Redazione FV
Fonte: A cura di Dario Baldi

“Vivere è un atto di fede, nello sbattimento” cantava Ligabue, abbonarsi alla Fiorentina è altrettanto un atto di fede.

Perché se lo sbattimento citato dal cantautore reggiano potrebbe esser rappresentato dal solo acquisto per ora fatto dalla Fiorentina, ovvero Kean, oppure dalle continue e inutili polemiche del ritiro al Viola Park, rinnovare l’abbonamento è un vero atto di fede.

Stamattina prima delle 10.00 mentre allo store di Via dei Sette Santi si formava la coda fisica, io procedevo alla fila online che mi lascia sempre quel brividino. Odio quella barra che si riempie e io che resto lì davanti come un fesso nell’attesa di entrare nella “stanza”.

Cinque minuti di numero, raccontati in diretta su RadioFirenzeViola e tac, mi sono ri-abbonato. È un gesto spontaneo ormai, quasi naturale, quell’atto di fede che ogni anno faccio e che mi rende felice. Non tanto per la spesa, quanto perché vuol dire che la stagione sta per ricominciare e posso togliere dalla sezione dei ricordi quei cattivi pensieri di come è terminata quella precedente.

È indubbio, Atene ci ha distrutto, anche a livello sentimentale. Una minoranza rumorosa c’era già, dopo la disfatta greca questa falange si è allargata ergendosi a paladini del bene della Fiorentina.

Io non so chi sia il vero portatore del bene della Fiorentina o chi sia esempio di fiorentinità, ma so per certo che c’è una maggioranza silenziosa che non aspetta altro che vedere la Fiorentina di Palladino in campo chiunque siano gli interpreti. C’è luce anche nelle notti più cattive.

Qualcuno potrebbe pensare che abbonarsi già al primo giorno, con solo un acquisto all’attivo, sia una scelta irrazionale. Ma l’atto di fede sta in questo, nell’amore vero, nel “c’è sempre un’altra stagione” come scrive Hornby in Febbre a 90°

“Se perdi la finale di coppa in maggio puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio, che male c'è in questo? Anzi, è piuttosto confortante, se ci pensi”. E aveva ragione quel Paul, dopo tre finali perse, oggi ho ritrovato un po’ di conforto. Perché questo significa che tra poco ricomincia tutto.

E con tutto intendo tutta quella liturgia sacra che comporta lo stadio. Il panino al lampredotto, sempre dallo stesso (con i lavori come verranno sistemati?), qualche birra, i bagni sempre sporchi e maleodoranti. Se poi la Fiorentina vince è ancor più bello.

L’orizzonte di questa Fiorentina è ancora da decifrare, è vero. Siamo in una fase embrionale della stagione, è vero. Siamo al primo abbozzo di mercato, è altrettanto vero. Ma chi pratica l’atto di fede non ha bisogno dei Mario Gomez e degli show come presentazione per scegliere da che parte stare. Ovvero sempre la stessa. 

P.S. Vista la riduzione dei posti, il cambio di settore obbligato e considerato che alcuni abbonati di Curva Fiesole della scorsa stagione potrebbero non trovare posto in Curva Ferrovia perché non riservare loro (sorteggiandoli di partita in partita) i posti dedicati ad alcune figure istituzionali come i consiglieri comunali. Sono pochi, ma comunque meglio di niente.