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ADDIO "BEPPONE", Vecchio cuore viola

di Stefano Borgi
Fonte: Stefano Borgi per FV

Lo chiamavano affettuosamente "Beppone". Un pò per il fisico imponente, un pò per il suo animo buono, tipico del personaggio d'altri tempi. Di un calcio che non c'è più si direbbe cavalcando uno dei tanti luoghi comuni che affollano questo mondo patinato. Mai come nel caso di "Beppone", però, questa è la pura e semplice verità. Chiappella era figlio del suo tempo, leale, a volte duro in campo, mai cattivo, mai scorretto. Scriviamo queste righe pochi minuti dopo che abbiamo appreso della sua scomparsa e quello che ci preme trasmettere ai lettori di FV è il ricordo di un uomo che, prima da giocatore poi da allenatore, ha costruito la storia della Fiorentina.

Beppe Chiappella nasce il 28 settembre 1924 a San Donato Milanese ed arriva alla Fiorentina nel 1949. In maglia viola disputerà 305 partite realizzando 2 gol. Chiappella collezionerà anche 17 gettoni con la maglia azzurra. Dieci anni col giglio sul petto, quindi, sublimati dal fantastico scudetto del 56', perno insostituibile di quella magica filastrocca che recitava...Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. Provate a leggerla a tre per volta e vedrete che la metrica forma una rima dolcissima, come dolci furono le domeniche di quel campionato vinto con largo anticipo e con 12 punti di distacco sulla seconda (il Milan). Personalmente ho conosciuto poco il Chiappella giocatore. Ricordo gli scontri epici con Omar Sivori. Il piccolo argentino in maglia bianconera era solito provare a fargli il tunnel (Chiappella era un mediano, a volte stopper) e a volte ci riusciva. Durava, però, un attimo perchè Beppone lo inseguiva e non lo lasciava finchè il "Cabezon" correva a "piangere" dall'arbitro. Ho un ricordo già più definito del Chiappella pigmalione della Fiorentina ye-ye. Eh già, perchè a "Beppone" dobbiamo anche gran parte del secondo scudetto, quello del 69'. Chiappella, infatti, allenò la Fiorentina dal 60' al 68' vincendo una Coppa Italia ed una Mitropa Cup nel 1966. In tutto mise insieme 154 panchine in serie A con 65 vittorie, 53 pareggi e 36 sconfitte, per un totale (Coppe comprese) di 209 direzioni viola. Grazie a lui (ed all'occhio attento di un inarrivabile talent-scout come Egisto Pandolfini) videro la luce del "Comunale" di Firenze future colonne come Albertosi, Bertini, Orlando, Morrone. E poi Ferrante, Brizi, Esposito, Merlo, Chiarugi che insieme a "Picchio" De Sisti conquisteranno il secondo tricolore. "Beppone" se ne andò, però, proprio l'anno prima lasciando il posto a Bruno Pesaola. Il "Petisso" raccolse gli sforzi di Chiappella e ottimizzo al meglio quella floridissima semina. Il buon Beppone si rifarà (in parte) nel campionato 77'-78'. Dopo l'ennesima sconfitta casalinga (0-1 contro la Lazio) fu chiamato al capezzale viola dal presidente Melloni per sostituire Carletto Mazzone, con la Fiorentina in piena zona retrocessione. Ricordo bene quel Chiappella e quella Fiorentina. C'era Antognoni, Giovanni Galli agli esordi, un giovanissimo Ezio Sella e poco di più. "Beppone" non fece niente di particolare, non rivoluzionò tatticamente la squadra, portò semplicemente il suo buonumore, la sua tempra di combattente, la sua voglia di non mollare mai. E la Fiorentina non mollò. I viola si salvarono solo all'ultima giornata, anzi...all'ultimo quarto d'ora quando l'interista Scanziani affossò il Foggia a San Siro, salvando di fatto la Fiorentina e Chiappella. Ecco, lo ricordiamo così Beppe Chiappella, uno che ha fatto parte della storia viola, l'ha costruita, l'ha resa grande. Il tutto col sorriso sulle labbra e senza retrocedere di un centimetro.